Due norvegesi e una catalana domano il Piz Boè 

Angermund Vik e Overgaard Aarvik fanno gara a sé Tra le donne Laura Orgué è al terzo successo consecutivo



CANAZEI. In comune hanno la bandiera rossa con la croce blu sul petto, ma pure il nome di battesimo e, soprattutto, un motore nettamente superiore agli avversari, seppure con undici anni di differenza fra loro. Sono i vichinghi norvegesi Stian Angermund Vik, trentaduenne runner di Bergen e Stian Overgaard Aarvik, dominatori incontrastati della 21ª DoloMyths Run Skyrace. Al femminile invece la catalana Laura Orgué, pure lei del Team Salomon, ha centrato la terza affermazione consecutiva, quarta assoluta e quinto podio in questa strepitosa gara che misura 22 km e un dislivello positivo di 1950 metri, con gli incantevoli passaggi a Forcella Pordoi, Piz Boè e Val Lasties.

Sul traguardo di Canazei Stian Overgaard Aarvik ha vinto con il tempo di 2 ore, un minuto e 18 secondi, precedendo di 1’34” Stian Aarvik, di 2'12” Nadir Maguet, di 5’26” Davide Magnini, di 5’45” il britannico Finlay Wild, di 6’09” lo svizzero Pascal Egli. Il vincitore non ha battuto il record di Kilian Jornet Burgada, ma si è preso la soddisfazione di infrangere il primato di salita al Piz Boè che resisteva dal 2008, fermando il cronometro su 1h16’21”, abbassando di 21 secondi il tempo di Augusti Roc Amador.

Si tratta del primo successo di un atleta norvegese, ma anche della prima volta sul podio per il valdostano Nadir Maguet, che ha fatto coppia fissa con l’amico Davide Magnini per gran parte del percorso, staccandolo poi nelle battute finali. Il solandro, che era fra i favoriti, ha accusato qualche problema in discesa a causa di una contrattura muscolare alla schiena che lo accompagna da alcune settimane e non è riuscito a dare un seguito alla seconda piazza del 2017 e al successo nel Vertical di venerdì.

Stian Angermund Vik ha forzato subito l’andatura, staccando tutti gli avversari e transitando a Forcella Pordoi con un vantaggio di un minuto sul connazionale e tre sulla coppia Magnini e Maguet. Il vichingo non ha abbassato la guardia e al Piz Boè ha fatto registrare il record in salita, mentre dietro le posizioni non sono cambiate. Le variazioni si sono avute nella prima parte della tecnica discesa con Maguet che si è liberato della compagnia di un Magnini sofferente alla schiena, riuscendo a raggiungere e superare la coppia di testa in Val Lasties, ma a Pian de Schiavaneis Angermund e Aarvik hanno attivato il turbo e per il valdostano non c’è stato nulla da fare che accontentarsi del terzo gradino del podio, un risultato comunque più che positivo.

In campo femminile Laura Orgué ha chiuso in 2h28’54”, quasi tre minuti in più rispetto al record, mentre dalla bagarre per il secondo posto alla fine è emersa vincitrice Hillary Gerardi, proprio come lo scorso anno. Terza e quarta le gemelle Sanna e Lina El Kott Helander.

Si è trattato di un’edizione che ha portato al via ottocento concorrenti, in rappresentanza di 31 nazioni. In chiave regionale Alex Oberbacher è giunto 11°, Nicola Pedergnana 21°, Christian Modena 26°, Daniele Andreis 29° e il fassano Mauro Rasom 40° il fiemmese Paolo Larger vincitore di due edizioni 61°. Fra le ladies Stefania Zanon 28ª, Carlotta Pederiva 35ª e Paola Broilo 36ª.

Omaggiati anche i vincitori del Memorial Diego Perathoner (combinata con il Sellaronda Ski Marathon), ovvero Davide Magnini e Martina Valmassoi, e i quattro coraggiosi che hanno preso parte a tutte tre le gare di questo DoloMyths Run, ovvero Eugenio Zaccarelli, Silvano Rizzo, Efrem Delugan e Luciano Meneghel.













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