Dallapè, un’atleta olimpica che paga per allenarsi

Dopo l’ennesimo titolo europeo nei tuffi sincronizzati, la trentina riaccende la polemica con l’Asis: 180 euro all’anno, tornello, poche ore e pochissimo spazio


di Marco Marangoni


TRENTO. Tornelli con tanto di tessera magnetica che consente l’ingresso in piscina per allenarti solo negli orari stabiliti, tuffarsi sfiorando i nuotatori e poche ore d’acqua a disposizione. Il tutto corrispondendo all’Asis, l’azienda speciale per la gestione degli impianti sportivi di Trento, una quota annuale di 180 euro. Francesca Dallapè si prepara così, in queste singolari condizioni, per le Olimpiadi di Londra.

Domenica sera quando Franci si è messa al collo il quarto oro consecutivo agli Europei nel sincro dal trampolino assieme all’amica Tania Cagnotto, nei corridoi del “Pieter van den Hoogenband Zwemstadion” di Eindhoven è sbottata. «A Trento mi alleno in situazioni difficili, tra i corsi di nuoto, con uno spazio molto limitato. Ho disponibili due ore al mattino ed altrettante al pomeriggio, comprensive di riscaldamento e ginnastica. Alla fine per i tuffi veri e propri mi resta poco - spiega la Dallapè -. Quando salto dai tre metri sia a destra che a sinistra ci sono i nuotatori, quando mi sposto per l’allenamento dal metro a destra ho la corsia tirata, a sinistra il bordo vasca in cemento».

Francesca spera che almeno la “tassa” le venga abbonata, ma intanto paga. «Non lo so, sono loro che devono decidere. Io intanto, tramite la mia società d’origine (la Buonconsiglio Nuoto, ndr) la pago. Non si sa mai perché se non pago rischio di non entrare in piscina - racconta Francesca -. Ringrazio Bolzano che mi ospita gratuitamente da 5-6 anni».

Effettivamente la portacolori dell’Esercito da tempo si reca nel capoluogo altoatesino mediamente tre volte la settimana dove di ore d’acqua non ce ne sono tante di più ma la struttura è migliore sia sotto l’aspetto dei trampolini sia della palestra. «Ringraziando l’Asis per l’acquisto dei nuovi trampolini, va detto che Francesca li avrà usati non più di sei volte - dice l’allenatrice, ed ex azzurra, Giuliana Aor -. Abbiamo a disposizione una fascia d’orario dalle ore 14.30 alle 17-17.30. Francesca prima delle ore 14.30 non può entrare in piscina, nemmeno per iniziare il riscaldamento. La sua tessera magnetica non le consente di entrare. Il tornello non si apre. Ciò toglie almeno mezz’ora d’allenamento. Prima di tuffarti serve il riscaldamento a secco».

Problema che è ancora più grave quando ci sono i giovani. «Quando si allena dal metro - aggiunge Giuliana Aor - Francesca si mette in fila assieme a loro e aspetta il suo turno. In Cina gli atleti di spicco hanno ha disposizione 6- 7 ore al giorno d’acqua».

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