Confronti internazionali per i fondisti di Campaci

Il tecnico delle Fiamme Gialle vede riconosciuta anche dalla Fisi nazionale la bontà del suo lavoro



TRENTO. Progetto Trentino Azzurro, atto terzo. Anche lo sci di fondo, come lo sci alpino, ha iniziato alcuni mesi fa la terza stagione dell’ambiziosa iniziativa che si propone come obiettivo quello di fornire opportunità di crescita agonistica agli sciatori più talentuosi della provincia e inseriti nelle squadre del Comitato Trentino Fisi. Alla guida tecnica del settore degli sci stretti è sempre Roberto Campaci, responsabile tecnico delle Fiamme Gialle che ha da sempre un debole per il mondo dei giovani. «Quando il presidente della Fisi del Trentino Angelo Dalpez – racconta Campaci – due anni fa mi aveva proposto di seguire questo progetto ambizioso ho accettato in pochi secondi. Lavorare sui giovani è il settore che dà maggiori soddisfazioni e dopo le prime due stagioni positive sono convinto che nel prossimo inverno il lavoro impostato con gli altri preparati tecnici del Comitato Debertolis, Baldo, Gabrielli, Varesco, Dellagiacoma e Corradini ci darà tante soddisfazioni».

Cosa avete cambiato nella preparazione?

«Non abbiamo fatto nulla di rivoluzionario, abbiamo esclusivamente lavorato sui dettagli, cercando di ottimizzare e riorganizzare alcuni aspetti adeguandoci alla modernità, anche perché in passato il team di fondo del Comitato ha sempre ottenuto risultati importanti. Abbiamo creato una squadra A con 17 elementi che fa un lavoro più intensivo con l’innesto di alcuni giovani fondisti, quindi una squadra B che racchiude comunque ottimi atleti (una trentina) che si integrano spesso con il primo gruppo, oltre ad un team di osservati. Per quanto riguarda gli allenamenti abbiamo iniziato con un raduno al mare, quindi ritiri a secco sfruttando la disponibilità della Scuola Alpina della Guardia di Finanza a Predazzo e Passo Rolle per le strutture, vitto e alloggio. Importanti poi i test che realizziamo al Cerism di Rovereto, che ci danno le indicazioni sulla tipologia di lavoro da fare con i ragazzi. Per ottobre poi abbiamo programmato uno stage settimanale nel tunnel di Oberhof, al quale seguiranno alcune uscite in ghiacciaio».

Un aspetto positivo è dato dall’omogeneità dei ragazzi come provenienza. A cosa è dovuto?

«Fino a qualche anno fa il fondo era un’affare quasi esclusivo della Val di Fiemme, ma adesso grazie al grande lavoro degli sci club e dei loro allenatori si è elevato notevolmente il livello sia in Val di Sole e Rendena, che nel Basso Trentino e nel Primiero».

Novità in vista della prossima stagione?

«Daremo la possibilità ai più forti di confrontarsi in gare internazionali. A livello nazionale è stata introdotta una nuova gara ai campionati italiani ovvero la staffetta sprint, mentre anche la commissione Fisi sta seguendo alcune sperimentazioni che il Trentino aveva già adottato».













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