Calcio Serie D

Come è triste con il Venezia anche per errori arbitrali

Il Levico ha giocato alla pari con la formazione lagunare che però ha potuto godere di decisioni arbitrali discutibili



TRENTO. Sudditanza psicologica nei confronti della capolista o arbitro (e assistente) in giornata no? Difficile, anzi impossibile rispondere con certezza, di certo vi è solamente il fatto che la sconfitta interna del Levico Terme contro il Venezia è stata condizionata da errori arbitrali piuttosto evidenti. Nessuna partigianeria, ma le immagini parlano chiaro: se il primo rigore concesso ai lagunari rientra nel novero di quei tiri dal dischetto che si possono concedere o non concedere, salvo assegnare cinque - sei penalty a partita, sul secondo non vi sono dubbi. Nel senso che il regolamento parla chiaro: se il pallone tocca una qualsiasi parte del corpo e poi sbatte sul braccio o sulla mano l’intervento non è da considerarsi falloso. Mai. Il “famoso” tocco con la mano di Granqvist in uno Juventus - Genoa di qualche anno fa scatenò la furia dell’allora allenatore bianconero Antonio Conte: poi la regola venne spiegata in maniera esauriente e le polemiche si placarono.

Per settanta minuti il Levico Terme ha giocato alla pari con la prima della classe, imbrigliando ottimamente la mediana veneziana e tagliando praticamente tutti i rifornimenti alle numerose “bocche da fuoco” a disposizione di Favarin. Poi il primo “fattaccio di giornata. Calcio d’angolo in favore del Venezia, il capitano termale, e per l’occasione difensore centrale, vista la squalifica di Tobanelli, Andrea Pancheri si scambia qualche “tenerezza” reciproca con Modolo: il centrale veneto va a terra e l’arbitro indica il dischetto.“Ci siamo reciprocamente strattonati - spiega Pancheri -: a dire la verità ha iniziato l’avversario che è poi stramazzato al suolo. Tre considerazioni: l’arbitro ha visto solamente l’ultima parte dell’azione, al minimo tocco il giocatore del Venezia è stramazzato al suolo e, soprattutto, sul corner precedente mi sono beccato un pugno in viso senza troppi complimenti e senza che il direttore di gara intervenisse”. Sul dischetto si presenta Serafini, ma un Nervo superlativo sbarra la strada al capitano veneto.

Pericolo scampato. Nemmeno per sogno perché. passano pochi minuti e succede l’incredibile con il “povero” Pancheri ancora protagonista. “Siamo sul lato corto sinistro dell’area - e l’avversario prova a crossare. La palla mi sbatte sul tacco e poi tocca il braccio che, comunque, era abbastanza vicino al corpo. L’arbitro non fischia subito, dalla panchina del Venezia (che aveva la visuale “aperta”, ndr) non si leva alcun grido, ma l’assistente sbandiera e richiama l’attenzione dell’arbitro che assegna il rigore. Pazzesco, non so che dire”.

La domanda la poniamo noi: a parti invertite i due rigori sarebbero stati assegnati? Misteri del calcio.













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