Basket Trento: «Quest'Aquila può volare più alto»

Il presidente Giovanni Zobele ne è convinto: «Ma certezze sulle strutture»


Daniele Peretti


TRENTO. Sotto la presidenza di Giovanni Zobele, l'Aquila è passata dalla serie D alla A Dilettanti, ma il presidente ha già qualche idea su una serie superiore. Lo incontriamo a pochi giorni dal derby che il Bitumcalor affronterà al terzo posto e con dichiarate ambizioni di alta classifica. Al PalaGarda è legato anche l'amaro ricordo dell'eliminazione dai play off del campionato scorso.
«Il derby sarà una partita come tutte le altre che dovremo affrontare senza nessun condizionamento ambientale. Certo il ricordo dell'anno scorso brucia ancora, ma quest'anno è tutta un'altra storia».
Scaramantico?
«Direi piuttosto realista perchè è chiaro come questo girone sia equilibrato ed ogni partita è aperta a qualsiasi risultato».
Finora cosa le è piaciuto meno e cosa di più?
«Di meno la partita di Piacenza. La nota positiva è la conferma avuta dal campo che quella di quest'anno è una squadra del tutto diversa rispetto al passato. Non ci sono più prime donne, ma giocatori capaci di fare la partita.»
Presidente, cosa rappresenta per lei l' Aquila?
«Oltre che una passione un motivo d'orgoglio e di soddisfazione. Non tanto per la prima squadra, quanto per tutto il movimento che oggi fa capo all'Aquila Basket.»
In questa stagione c'è anche un nuovo protagonista: il pubblico.
«Siamo sulla strada giusta, anche se ancora lontano dal pubblico che vorrei. Oggi è una piacevole presenza più numerosa e calorosa.»
L'obiettivo di giocare in serie superiori, esclude il progetto di una struttura privata?
«Per la prima squadra il PalaTrento può andare bene. Il problema è per le atre squadre che siamo costretti a far allenare su più impianti. Il mio modello è quello di Treviso: un unico impianto con più campi d'allenamento. Potrebbe essere una vera casa dello sport praticato e non al computer, come sembra stia prendendo forma».
Un giocatore che le piacerebbe firmare?
«In questa serie nessuno, in Lega Due un paio di giocatori di colore che diano "colore" al basket giocato.»
Uno che invece si è pentito di aver firmato?
«Davvero nessuno».
L'Aquila è in controdenza rispetto al contesto generale, con la presentazione periodica di nuovi sponsor.
«Direi che si tratti dell'indiretto riconoscimento del nostro lavoro. La fortuna è che ormai da anni possiamo contare su un gruppo di sponsor fidelizzati, ai quali se ne aggiungono sempre di nuovi. Con L'Ente Pubblico abbiamo un rapporto corretto, nel senso che ci viene dato quella che legge prevede. Piuttosto si potrebbe discutere se si tratta di contributi sufficenti per garantire la sopravvivenza dei singoli club, trattandosi di leggi datate applicate in un contesto diverso»
Per il settore femminile potreste fare di più?
«Direi di no perchè la crescita è rapportata alla realtà del movimento. Più che progettare, siamo nella fase della semina di un movimento che deve ancora trovare il suo spazio e puntare solo sul vivaio mi sembra giusto».













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