Ancora fermi i “pignorati” del Trento
Il caso di Corradini, Calzolaio e Sforzin sui media nazionali. Il portiere: «Ho diverse offerte ma non so cosa rispondere»
TRENTO. Mentre la squadra ha ripreso quota domenica pomeriggio con la bella vittoria in trasferta sul difficile campo del Naturno, in casa Trento continua a tenere banco anche la vicenda che riguarda i tesserati Matteo Corradini, Luca Calzolaio e Pietro Sforzin, giocatori che hanno indossato la maglia gialloblù nella passata stagione e che, attualmente, sono pignorati. La paradossale situazione – in particolar modo quella del 19enne Corradini – è stata denunciata sul proprio sito dal noto opinionista televisivo Alfredo Pedullà, che ha raccolto anche le dichiarazioni del giocatore. Corradini e Calzolaio – come riportato nell'articolo pubblicato su www.alfredopedulla.com – in estate si erano trasferiti rispettivamente alla Clodiense ed alla Vibonese, in serie D, mentre il portiere Sforzin resta in attesa che si sblocchi la situazione.
Avviato l’iter legale susseguente al pignoramento, il Tribunale ordinario di Trento lo scorso 11 ottobre ha concesso la sospensiva nei confronti di Corradini, che dunque adesso potrebbe scendere in campo, ma Figc e Lega Nazionale Dilettanti finora non hanno risposto alle istanze della Clodiense, non concedendo il nulla osta all’impiego.
«Credo che l’assurdità della situazione sia evidente – spiega Corradini nell'intervista rilasciata a Pedullà – Al di là del fatto che una società non può servirsi dei suoi ex calciatori per pagare i propri debiti pregressi, anche perché è qualcosa che va contro la normativa federale che richiede il consenso del giocatore al trasferimento, l’aspetto che più mi preme sottolineare è rappresentato dall’inerzia della Federazione e della Lega Nazionale Dilettanti. Il Tribunale ha disposto la sospensiva nei miei confronti, quindi io adesso potrei scendere in campo, ma il mio nuovo club, la Clodiense, che in queste settimane ha più volte chiesto l’autorizzazione al mio schieramento, non ha mai ricevuto alcun riscontro. Mi sento un prigioniero, sono un ragazzo di 19 anni e rappresento la maggioranza: il calcio non è fatto solamente di top player o di calciatori già affermati, ma anche di atleti come me che hanno tutto il diritto di svolgere l’attività agonistica, per provare a costruirsi un futuro in questo mondo. Mi sono rivolto anche all’Associazione Calciatori, ma anche in quel caso senza alcun esito. Le istituzioni, gli organismi preposti devono tutelarci. La mia posizione in seno alla Clodiense è congelata, non sto percependo lo stipendio, frequento l’ultimo anno delle scuole superiori e, se le cose non dovessero evolversi per il verso giusto, potrei risentirne anche sotto questo punto di vista».
«L'assurdità sta nel fatto che la Federazione preferisce tener fermi dei ragazzi che assumersi una responsabilità e dare questo benedetto “nulla osta” per farci giocare, nonostante la giustizia ordinaria abbia detto che lo potremmo fare – aggiunge Sforzin, ex portiere gialloblù – La giustizia ordinaria è organo superiore alla Figc, che però ancora aspetta. Qui sta il paradosso. Non vedo quali siano gli ulteriori ostacoli. Questa situazione ci sta facendo perdere la voglia di giocare e voglio sottolineare che io a Trento sono rimasto fino alla fine, sono retrocesso sul campo assieme alla squadra. Un'annata difficile, la fine di un incubo, che però non è ancora finito. Ho avuto delle offerte in estate e ne ho un'altra per dicembre, ma ancora non so cosa devo e posso rispondere». (l.f.)
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