TRENTO. Una palestra per il pugilato, a Rovereto, che tiene testa alla storica Marcianise Boxe di Clemente Russo; che da anni la tallona nelle graduatorie nazionali posizionandosi, da almeno un decennio, tra le migliori società pugilistiche italiane (sulle oltre 750 società da tempo è stabilmente tra le top 15); che ha sfornato 7 campioni italiani di Pugilato, 2 di Kick Boxing, 4 di Karate contact e che ha nel settore giovanile il suo vero fiore all’occhiello. Esiste davvero, si chiama “New Athletic Team Boxe” e si trova in località Baldresca, a due passi dal centro di Rovereto. La struttura è nata nel 1986 per volontà del maestro Giuseppe Pavan dapprima come palestra per le arti marziali e successivamente anche per il pugilato.
«Era il 1989 – spiega il maestro – quando dopo aver fatto un corso Isef di boxe ho deciso di portare la “noble art” anche a Rovereto. All’epoca ci allenavamo nello scantinato dello Stadio Quercia in una struttura piccolissima, senza riscaldamento e con pochi attrezzi a disposizione. Era una cosa ai limiti dell’amatoriale. Poi sono cominciati i successi e i primi risultati a livello nazionale». A inizio anni ’90, infatti, si presento alla palestra di Giuseppe un ragazzone, Marco Galvagni, che in breve scala le classifiche e nel 1992 diventa campione italiano ripetendosi due anni dopo, nel ’94, nella categoria Novizi. In mezzo la convocazione del giovane in nazionale e il nome della “New Athletic Team Boxe Rovereto” che comincia a circolare anche in Europa. Arrivano altri primati italiani e diversi atleti della palestra diventano campioni del triveneto. Il movimento cresce.
Sempre più giovani si avvicinano alla boxe e alle arti marziali e così anche il Comune di Rovereto si accorge che l’Athletic Team non può più restare confinato in uno scantinato. Gli viene quindi affidata dapprima una struttura presso il “Don Milani” di Rovereto, poi una palestrina all’interno del Palazzetto della Sport e infine, tre anni fa, la bellissima struttura dove si trovano oggi, in località Baldresca. «E’ il 2012 – prosegue Pavan – l’anno che otteniamo il secondo posto come migliore società pugilistica italiana. Su oltre 750 palestre sparse su tutto lo Stivale, infatti, riesce a batterci solo la Marcianise Boxe di Clemente Russo. Una cosa incredibile se si pensa che in provincia di Caserta due persone su tre praticano o hanno praticato la boxe e che storicamente le palestre del Nord Italia sono sempre state surclassate da quelle del Sud e delle Isole. Là, infatti, il pugilato è visto come un’occasione di rivincita e di riscatto personale ed è profondamente radicato nell’animo delle persone. Qui, invece, il grande pubblico si sta avvicinando solo adesso, gradualmente. Forse anche perché con la crisi e il senso di precarietà generale la gente sente maggiormente il bisogno di sicurezza».
«E poi perché si sta un po’ smontando il mito della boxe violenta - aggiunge la presidente della società Cinzia Podbersig - purtroppo costruita anche da film come Rocky che sono stati deleteri per il pugilato. Lì il sangue, le scorrettezze, i colpi bassi la fanno da padrone. Nella realtà il pugilato è tutt’altra cosa». E la dimostrazione viene dallo splendido settore giovanile che Giuseppe Pavan cresce nella sua palestra. Un settore giovanile che è stato decisivo per far raggiungere, nel 2012 all’Athletic Team, la seconda piazza assoluta come miglior società pugilistica d’Italia.
«Noi insegniamo la boxe ai bambini dai 5 ai 13 anni - racconta Pavan - e il tutto avviene assolutamente senza contatto fisico. Insegniamo la tecnica, come schivare i colpi, alleniamo la velocità, la coordinazione, i riflessi. Facciamo sviluppare nei nostri giovani capacità che in un futuro potranno servirgli in qualsiasi altro tipo di attività. La boxe, poi, aiuta i ragazzini un po’ troppo esuberanti a capire che ci sono delle regole ferree, che si deve sempre rispettare l’avversario, che l’etica conta più di qualsiasi altra cosa e al tempo stesso permette ai bimbi più timidi e insicuri di acquisire consapevolezza e di strutturarsi sul piano caratteriale».
Ed è così che nel 2011 la società di Rovereto vince il titolo di prima squadra italiana giovanile di pugilato e con Nicola Girardelli (ormai cresciuto e approdato agli incontri) ottiene l’oro ai campionati italiani School Boys 2013. Quel che piace insegnare a Giuseppe Pavan è essenzialmente il pugilato olimpico, dove il più delle volte si combatte col caschetto, i guantoni sono antischock e alla primo taglio, alla prima ferita il match viene interrotto. «Tra i miei atleti praticamente nessuno ha il setto nasale rotto - completa il maestro - e questo dimostra come la violenza sia ridotta al minimo in questo sport. Ed è per questo che abbiamo anche un importante settore femminile. In Italia alle donne è consentito praticare il pugilato solo dal 2002. Ebbene la nostra Sara De Toffol nel 2005 era già campione italiana».
E poi c’è stato il super massimo Samuel Giacomoni che per molti anni è stato tra le migliori promesse pugilistiche d’Italia: dopo 3 match era già nel giro della nazionale e veniva convocato nel 2008 in Messico per i campionati mondiali di Guadalajara. «Poi s’è un po’ perso anche se ora vuole tornare a battersi - conclude Pavan - ma su youtube c’è ancora un suo match contro Clemente Russo diretto da Damiani dove i due venivano definiti il presente (Russo) e il futuro (Giacomoni) della boxe italiana». Il pugilato, quindi, parla roveretano. E dal 14 marzo, con il via del “10° Trofeo di pugilato Città di Rovereto”, tutta Italia guarderà alla città della Quercia per uno dei più importanti e attesi tornei di boxe del Bel Paese.