A Rovereto in scena la nostra Olimpiade

Grande calore per il triplista Donato e un super giavellotto


di Maurizio Di Giangiacomo


ROVERETO. A poco più di un mese dai Giochi di Londra, con ancora negli occhi le imprese di Bolt e Rudisha, la 48esima edizione del Palio della Quercia, ieri sera, è stato la nostra piccola, scricchiolante ma luminosa Olimpiade. Piccola com'è da qualche tempo la nostra atletica, con pochi talenti spesso alle prese con vicende più o meno drammatiche. Scricchiolante come l'economia del nostro Paese, perché per organizzare spettacoli come questi servono i quattrini. Ma comunque luminosa, calorosa ed attesissima dagli appassionati dalle regione e non solo, perché costituisce appunto una delle poche occasioni per applaudire alcuni tra i più grandi protagonisti della regina dei Giochi.

Ed è quello che è successo ieri sera con il triplista azzurro Fabrizio Donato, medaglia di bronzo ai Giochi di Londra e campione europeo in carica, che si è goduto il calore del pubblico roveretano pur gareggiando nel lungo. "Sono in buone condizioni - ha detto il 36enne delle Fiamme Gialle, commentando le recenti vittorie a Zurigo e Padova - Sto facendo più fatica a firmare autografi che a saltare". Il saltatore pontino è stato l'anima della festa, ha invitato gli spettatori a battere il ritmo a lui ed ai suoi avversari, ricambiato davvero con grande entusiasmo dal pubblico di Rovereto nonostante il piazzamento ai piedi del podio (7,66) nella gara vinta dal russo Morgunov (8,02).

Grandi nomi, come quello del giamaicano Lerone Clark vincitore dei 100 in un ottimo 10"12, ma anche un buonissimo livello tecnico al Palio. Merito dell'85,66 nuovo record del meeting nel giavellotto fatto registrare dal ceko Vitezlav Vesely (se l'avesse fatto alle Olimpiadi avrebbe vinto la medaglia d'oro!). E c'è stata attesa fino all'ultimo per il 5.000 nel quale l'azzurro Daniele Meucci voleva dare l'assalto al suo fresco personale (13'19"00). Il 27enne pisano ha interpretato la gara come meglio forse non poteva, confermando lo stato di grazia, ma il tempone - 13'11"33, nuovo record del Palio - l'ha fatto l'azero Hayle Ibrahimov, che sul più bello ha salutato tutti e s'è involato verso il traguardo, mentre il nostro si è dovuto accontentare del terzo gradino del podio e di un "modesto" 13'28"91.

Molto atteso era anche il giro di pista femminile, con la italo-cubana Grenot a cercare un tempone - forte delle ottime prestazioni di questo periodo post-olimpico - sfidando le giamaicane Shericka Williams, Hall e Day e la russa Krivoshapka, detentrice della migliore prestazione stagionale. E garone è stato, con la Krivoshapka a ritoccare il record del Palio con un ottimo 49"96 e l'azzurra ad insidiarla almeno fino ai 200 metri ma poi incapace di andare oltre un 51"24 che le è valso il terzo posto dietro anche alla Day.

Proprio come alle Olimpiadi ha un po' deluso l'azzurra Simona La Mantia (13,24), che nel triplo non è andata al di là di un modesto settimo posto nella gara vinta dalla slovena Marija Sestak (14,10) davanti alla brasiliana Kelia Costa (14,05) ed all'immarcescibile Tatyana Lebedeva, già campionessa mondiale ed olimpica (13,99).Affermazione della saltatrice di Santa Lucia Levern Spencer nell'alto (1,86), della lanciatrice di Trinidad e Tobago Cleopatra Borel nel peso (18,82, quinta la nostra Chiara Rosa con 17,28) e del russo Dmitriy Starodubtsev nel salto con l'asta (5,46), mentre nei 400 vinti dal sudanese Rabah Yousif (45"47) ha chiuso terzo Calvin Smith jr., che ha quasi la classe del padre ma poco ci manca. Era pur sempre la nostra piccola Olimpiade.













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