Caso Clostebol, Sinner patteggia tre mesi di squalifica: «Io responsabile dello staff». Tornerà in campo a Roma
Accordo del numero 1 con l’Agenzia mondiale antidoping (Wada): non perde i titoli vinti, salterà 4 Master 1000 ma gli Slam sono salvi. Kyrgios: «Giornata triste per il tennis». Binaghi (Federtennis): «Per lui finisce un incubo»
ROMA. Jannik Sinner ha chiuso i conti con la giustizia sportiva, patteggiando tre mesi di squalifica per il caso Clostebol: dal 9 febbraio al 4 maggio, dato che aveva già scontato quattro giorni quando era stato sospeso provvisoriamente. L'Agenzia mondiale antidoping (Wada) ha ottenuto la condanna che pretendeva per la contaminazione da anabolizzante, ma non di uno-due anni come chiedeva, e ha dovuto riconoscere che il numero 1 non ha agito con l'intenzione di frodare il regolamento, né ha tratto vantaggi dall'esposizione alla sostanza proibita.
Per questo, Sinner non perde i titoli vinti nel frattempo ed evita l'udienza davanti al Tas di Losanna, che era prevista per aprile. L'azzurro paga, piuttosto, l'errore del fisioterapista Giacomo Naldi - poi allontanato -, che all'epoca gli aveva praticato massaggi dopo essersi applicato un medicinale da banco, il Trofodermin, su una ferita ad un dito.
E "un atleta è responsabile della negligenza del proprio entourage", è la posizione della Wada, che aveva fatto ricorso contro l'assoluzione decisa l'anno scorso dall'International Tennis integrity agency (Itia). Quest'ultima ha accolto con soddisfazione l'epilogo della vicenda, nella quale ha letto "una conferma delle conclusioni" cui era giunta la sua inchiesta.
"Questo caso pendeva su di me ormai da quasi un anno e il processo aveva ancora un tempo lungo, con una decisione che forse sarebbe arrivata solo alla fine del 2025 - ha commentato il campione altoatesino, lasciando trapelare il sollievo -. Ho sempre accettato di essere responsabile della mia squadra e ritengo che le rigide regole della Wada siano una protezione importante per lo sport che amo. Su questa base ho accettato l'offerta dell'Agenzia antidoping".
"E' la prima volta che una vergognosa ingiustizia ci rende felici perché il primo pensiero è per il ragazzo che vede finire un incubo" le parole del presidente della Federtennis Angelo Binaghi. L'accordo "certifica l'innocenza di Jannik, la sua assoluta non colpevolezza, e gli consente finalmente di pianificare il futuro con un grande rientro agli Internazionali d'Italia a Roma" (7-18 maggio).
Il futuro, appunto. Sinner si ferma con un vantaggio di 3.695 punti sul numero 2 della classifica Atp, Alexander Zverev, e di 4.320 sul n.3, Carlos Alcaraz. Anche se salterà quattro Masters 1000 (Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid) è probabile che possa calpestare la terra rossa del Foro Italico ancora da leader del ranking. Restano fuori dalla squalifica i tre Slam: Roland Garros (25 maggio-8 giugno), Wimbledon (30 giugno-13 luglio) e Us Open, dove difenderà il titolo (24 agosto-7 settembre). Sinner potrà riprendere ad allenarsi il 13 aprile. Prima lavorerà solo in strutture private e chiuse al pubblico.
"Giornata triste per il tennis", ha commentato Nick Kyrgios su 'X'. L'australiano era stato da subito uno dei più critici. "Non credo più in uno sport pulito...", si è lamentato lo svizzero Stan Wawrinka. L'accordo non ha convinto nemmeno la Professional tennis players association (Tpta) fondata da Novak Djokovic. "Il 'sistema' non è un sistema - ha scritto sui social - ma un club. Quello che dovrebbe essere una discrezionalità caso per caso è in effetti una copertura per accordi raggiunti su misura, trattamenti ingiusti e sentenze inconsistenti". C'è chi sottolinea che la grande complessità delle norme dà più chance a chi può permettersi, come l'azzurro o altri atleti top, un team legale all'altezza.
L'accordo soddisfa Adriano Panatta: "È la scelta più pratica, evita di fargli saltare l'intera stagione. La trovo sempre un'ingiustizia, ma almeno si toglie di mezzo questo pensiero che da troppo tempo aveva nella testa. La Wada ha voluto imporsi per dire 'noi esistiamo'. Il principio della responsabilità oggettiva è stato ribadito, ma ho sempre pensato che Sinner non ci entrasse niente".