«Sci, stagione più lunga con la nevicata»
Impianti e turismo. Guadagnini, presidente degli impiantisti: «La neve naturale è importante: potrebbe permettere di prolungare di qualche settimana le sciate, recuperando in primavera parte delle perdite». E sulla riapertura si dice ottimista: «Speriamo nella data del 25 gennaio»
Trento. «Ormai sappiamo che la riapertura degli impianti non avverrà il 7 gennaio. Speriamo di poter riaprire il 25 gennaio, se la curva epidemiologica lo consentirà». Il presidente degli Impiantisti di Confindustria Luca Guadagnini professa realismo in merito alla riapertura degli impianti sciistici. Sottolinea l’importanza delle abbondanti nevicate, concedendosi un po’ di ottimismo: «La neve naturale è importante perché potrebbe permettere di prolungare di qualche settimana la stagione, recuperando in primavera parte delle perdite, soprattutto in alta quota».
L’anno nero degli impianti sciistici si conclude con le nevicate straordinarie di queste ore, con il rischio di aggiungere la “beffa” al danno. Ma Guadagnini non sembra essere d’accordo con questa interpretazione: «Per la montagna è un bene che nevichi, ma bisogna ricordarsi che queste grandi nevicate impongono la manutenzione delle piste, con costi che si aggiungono». È di due giorni fa la pronuncia del Comitato tecnico-scientifico che ha sostanzialmente suggerito il rinvio della riapertura delle piste, ravvisando un calo troppo contenuto dei contagi e chiedendo una messa a punto dei protocolli sanitari. Guadagnini ha sottolineato come con il Cts non ci sono elementi di contrasto: «Da parte nostra non contestiamo la decisione del Cts, perché lavoriamo tutti insieme per tutelare la salute delle persone. Abbiamo a cuore la salute e la sicurezza dei nostri utenti e lavoratori. Noi siamo pronti anche a consentire l’accesso solo via prenotazione con un software appositamente aggiornato».
Rimane la preoccupazione per la tenuta del comparto, falcidiato dalle chiusure imposte dall’emergenza sanitaria: «Sono preoccupato per i lavoratori stagionali - riflette Guadagnini - È importante far partire la stagione anche e soprattutto per loro, in modo che possano lavorare. C’è un problema di tenuta anche “psicologica” di tutti coloro che vivono dello sci e della montagna».
Tra gli elementi che non mancheranno nei protocolli sanitari redatti dal comitato tecnico scientifico vi sarà certamente un “tetto” massimo nel numero di utenti che accedono alle piste. Sorge però un dubbio: gli sciatori vengono contati all’entrata, ma non è possibile verificarne l’uscita ed accade di frequente che le persone si allontanino in autonomia dalla pista. Così le piste finirebbero per accogliere un numero inferiore di sciatori rispetto al consentito, con ulteriore penalizzazione per gli impiantisti: «Questo problema esiste, - conferma Guadagnini - Ma noi possiamo controllare solo all’entrata. Chiediamo che nei protocolli questa eventualità venga considerata e si consenta l’accesso di un numero di persone sufficiente a garantire la sostenibilità economica».
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