Scuola, la Provincia di Trento dovrà risarcire un gruppo di docenti precari
Per una ventina di ricorrenti oltre 120.000 euro (foto tema)
TRENTO. La Corte d'Appello di Trento ha dato ragione a un gruppo di venti docenti precari, riconoscendo loro pari diritti rispetto ai colleghi di ruolo e condannando la Provincia autonoma di Trento a risarcirli, per una somma complessiva di oltre 120.000 euro. Lo rende noto il sindacato Fenalt, che ha supportato il ricorso al Tribunale del Lavoro, patrocinato dagli avvocati Franco Moser e Federico Fior, relativo alla posizione di un gruppo di docenti al tempo appartenenti allo storico movimento degli Stati Generali della scuola trentina.
Riferendosi alla normativa europea che contrasta la reiterazione abusiva dei contratti a termine, i docenti - precari storici della scuola trentina - chiedevano che fosse riconosciuto loro il diritto all'assunzione in ruolo (dopo tre anni di servizio a tempo determinato) e di conseguenza una giusta ricostruzione di carriera. I ricorrenti sono stati divisi fin da subito in due gruppi, che hanno attraversato vicende processuali diverse, ma sostanzialmente parallele: un iter durato dieci anni.
I giudici della Corte di Appello hanno stabilito infine che, pur essendo la richiesta dell'assunzione in ruolo non applicabile, la Pat avrebbe dovuto trattare i docenti precari al pari dei colleghi di ruolo, innanzitutto riconoscendone l'anzianità di servizio e dunque anche gli scatti retributivi. "La sentenza della Corte d'Appello di Trento assume un valore storico, in quanto stabilisce definitivamente un principio di grande importanza, che ora apre la strada a nuovi ricorsi", afferma il segretario generale Fenalt Maurizio Valentinotti. "Già nelle prossime settimane, verrà avviato un nuovo ricorso degli stessi precari per chiedere il riconoscimento delle differenze retributive maturate, e tuttora dovute, in relazione alle annualità non contemplate in questa vicenda".