Scuola

Arriva il «docente esperto»: guadagnerà 400 euro in più al mese

La novità contenuta del decreto Aiuti bis approvato dal governo. Ma i sindacati sono perplessi: «Servono dei provvedimenti organici per tutti i lavoratori della scuola» 

IN TRENTINO «Contratto bloccato dal 2019»


Valentina Roncati


TRENTO. Arriva il «docente esperto» che guadagnerà 5.650 euro l'anno in più sotto forma «assegno annuale ad personam», ovvero oltre 400 euro in più al mese rispetto agli altri insegnanti.

Lo prevede il Dl Aiuti bis che introduce questa novità importante nel mondo della scuola. La nuova figura nascerà a partire già dall'anno scolastico 2023/2024, ma gli esiti complessivi della riforma si vedranno non prima di dieci anni.

I prof “esperti” - che non potranno essere più di ottomila - saranno infatti selezionati tra i docenti di ruolo che «abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili».

Il docente esperto non cambierà mansioni e funzioni ed avrà un solo vincolo: rimanere nella stessa scuola per almeno tre anni.

La novità, però, non piace affatto ai sindacati che chiedono aumenti per tutto il personale, ovvero per il milione di lavoratori della scuola.

«È un fatto acclarato che le retribuzioni medie dei docenti italiani sono troppo basse, sia rispetto a quelli dei colleghi europei, sia rispetto a quelli degli altri lavoratori del pubblico impiego a parità di titolo di studio. È intollerabile dunque, che su questo tema la politica continui a far finta di niente. La responsabilità, se non c'è il rinnovo, è di tutte le forze politiche, nessuna esclusa», attaccano Francesco Sinopoli (Flc Cgil), Ivana Barbacci (Cisl Scuola), Giuseppe D'Aprile (Uil Scuola), Rino Di Meglio (Gilda) e Elvira Serafini (Snals).

«La scuola - aggiungono - ora merita attenzione. Serve un provvedimento organico, per pensare oggi, la scuola dei prossimi anni. C'è bisogno di investimenti sulle persone per garantire un futuro migliore a questo paese che passa appunto attraverso la scuola».

Per il prossimo 8 settembre i sindacati hanno invitato tutti i partiti politici a confrontarsi con loro del settore scuola «ma intanto vogliamo una riposta immediata, lo stralcio del provvedimento delle misure che riguardano la scuola, che vanno riportate a materia contrattuale, individuando le risorse per chiudere il negoziato in atto per il contratto di un milione di lavoratori».

Molto critico anche il sindacato Anief che parla di «colpo di mano del Governo Draghi: dopo le dimissioni del premier - afferma il presidente Marcello Pacifico - e lo scioglimento delle Camera, avrebbe dovuto svolgere solo i cosiddetti “affari correnti”, invece travalica ampiamente i suoi poteri e con il decreto legge Aiuti bis si appresta a portare modifiche importanti al Pnrr emanando una norma che introduce una nuova figura di insegnante, il docente senior».

Preoccupati, infine, anche i dirigenti scolastici di Anp: «Le risorse destinate al sistema scolastico - afferma il presidente nazionale Antonello Giannelli - diminuiscono nell'indifferenza di tutti. La scuola, invece, deve essere la priorità perché ne va del nostro futuro. Lo diciamo da tempo e lo ripetiamo oggi: è necessario pensare una scuola nuova con modelli metodologici e valutativi rivisti in profondità e con una reale personalizzazione dei percorsi. Serve un cambio di passo per garantire pari opportunità e successo formativo a ogni studente. Solo così potremo pensare di dare risposte ai bisogni formativi dei ragazzi che affollano le nostre scuole, preparandoli alle esigenze del mondo, del lavoro e delle università».













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