Un antico buco nero sorpreso durante la pennichella



Il telescopio spaziale James Webb ha sorpreso unantichissimo buco nero supermassicciodurante unsonnellino dopo un'abbuffata cosmica: si tratta diuno dei più grandi buchi neri supermassicci inattivimai osservati nell'universo primordiale e ilprimo individuato durante l'epoca della reionizzazione in cui le radiazioni ionizzanti hanno reso l'universo più trasparente. La scoperta èpubblicata sulla rivista Nature da un team internazionale guidato dall'Università di Cambridge a cui partecipano ricercatori dell'Istituto nazionale di astrofisica, della Scuola Normale Superiore di Pisa e della Sapienza Università di Roma.

Il buco nero immortalato èuno degli oggetti più antichi e massicci mai rilevati: ha unamassa pari a400 milioni di volte quella del Solee risale ameno di 800 milioni di anni dopo il Big Bang. Probabilmente rappresenta lapunta dell'icebergdi unaintera popolazione di buchi neri a riposo ancora da osservare in questa epoca lontana.

Un'altra peculiarità è il suo rapporto con lagalassia ospite: la sua massa rappresenta il40% della massa stellare totale, un valore mille volte superiore a quello dei buchi neri normalmente osservati nell'universo vicino. "Questo squilibrio - spiega Alessandro Trinca, che ha lavorato per un anno all'Inaf di Roma - suggerisce che il buco nero abbia avuto una fase di crescita rapidissima, sottraendo gas alla formazione stellare della galassia. Harubato tutto il gas che aveva a disposizioneprima di diventare dormientelasciando la componente stellare a bocca asciutta".

La sua scoperta supporta l'ipotesichefasi brevi ma intense di accrescimentosianoessenziali perspiegare l'esistenza di questi giganti cosmicinell'universo primordiale.

"Questa scoperta apre unnuovo capitolonello studio dei buchi neri distanti", aggiunge Stefano Carniani della Scuola Normale Superiore di Pisa. Grazie alle immagini del telescopio James Webb, gestito dalle agenzie spaziali di Stati Uniti, Europa e Canada, "potremo indagare le proprietà dei buchi neri dormienti, rimastifinora invisibili. Queste osservazioni offrono i pezzi mancanti percompletare il puzzledella formazione e dell'evoluzione delle galassie nell'universo primordiale".









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