Il Sole saluta il 2025 con aurore boreali visibili nel Nord Italia VIDEO



UnSole irrequieto, che ha provocato duetempeste geomagnetiche, ha salutato il 2025: nellanotte tra il 31 dicembre e il primo gennaiosi sono registratespettacolari aurore borealiin buona parte dell'emisfero Nord, visibilianche nel Nord Italia. A provocarle sono statedue sciami di particelle carichespinte dal Sole verso il campo magnetico terrestre, che oltre alle aurore hanno generato spettacolariarchi rossi, fenomeni generati da un meccanismo simile a quello delle aurore. Altre tempeste geomagnetiche, dicono gli esperti, sonoprobabili fra il 3 e il 4 gennaio.

"Tra il 31 dicembre e il primo gennaio sonoarrivate in successione due 'bolle' di materiale ionizzato: due espulsioni di materiale coronale dovute all'attività solareche proprio in questi mesi si trovaal massimo del suo ciclo", ha detto all'ANSA Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all'Università di Trieste. Ilprimo dei due flussi di particelle cariche ha interagito con il campo magnetico terrestre, generando unatempesta non particolarmente intensama che ha comunque dato origine ad aurore visibili in gran parte dell'emisfero Nord e anche sull'Italia settentrionale. "Poche ore dopo è arrivata unaseconda ondata molto più grandeche ha generato unatempesta classificata tra severa a estrema, durata poche ore e che ha avuto un picco intorno alle 19 ora italiana del primo gennaio", ha aggiunto Messerotti.

Moltissime le immaginisui social media da parte di chi si trovava nelle zone molto a Nord, come Nord America e Scandinavia, ma l'evento è stato visibile anche in Italia , sebbene in modo più debole.

Una ripresa fatta dal Sud dellaSardegna dal direttore scientifico del Planetario dell'Unione Sarda, Manuel Floris, mostra l'aurora vista dal Nuraghe Piscu di Suelli, mentre una foto in arrivo daCortina, scattata da Giulia Iafrate, dell'Osservatorio di Trieste dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, mostra in particolare il cosiddettoSar, acronimo diArco rosso aurorale stabile. I Sar "sono un fenomenoleggermente diverso dalle aurore, ma dovuto a unmeccanismo simile. Sono infatti dovuti alla dissipazione dell'energia immagazzinata dalla corrente ad anello che circonda il pianeta", ha aggiunto Messerotti.

Per chi ha perso lo spettacolo, potrebbe esserci presto la possibilità di recuperare perché anche tra il 3 e il 4 gennaio la Terra dovrebbe essere investita da un nuovo flusso di particellecariche provenienti dal Sole. "Tuttavia non ci sono certezze - ha concluso Messerotti - perché è molto difficile prevedere la formazione di aurore".

 

L’aurora ripresa dal Sud della Sardegna, dal Nuraghe Piscu di Suelli (fonte: Planetario dell'unione sarda, Manuel Floris)

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