Il caso

Bimbi da Gaza a Trieste: 'Italia non si è girata dall'altra parte'

All'ospedale infantile Burlo Garofolo sono arrivati feriti e accompagnati da alcuni genitori, 13 persone, la sovvenzione per allontanarli dalle violenze subite è privata 



TRIESTE. "Mentre il resto d'Europa si è girato dall' altra parte, l'Italia, e in particolare l'ospedale infantile triestino Burlo Garofolo, ha accolto il gruppo di otto bambini gravemente feriti con relativi parenti (13 persone), provenienti da Gaza, portati da 'Save a child' con un volo umanitario sovvenzionato da privati".

Le autorità inglesi non hanno concesso i visti per ritardi burocratici; quelle tedesche erano disposte ad accogliere solo i bimbi senza genitori o altri parenti. E' stato sottolineato più volte nel corso della serata di beneficenza "Nessun dorma", ieri, organizzata al Mib School of management per raccogliere fondi proprio per le protesi per i piccoli in cura all'ospedale.

    I bambini, gravemente feriti e con varie amputazioni, erano ricoverati in vari ospedali de Il Cairo dopo essere stati autorizzati a uscire da Gaza. Grazie alla ong 'Save a child' dell'inglese Sally Becker a fine maggio furono imbarcati sul volo umanitario ma le autorità inglesi non avevano concesso i visti per l'ingresso in Gran Bretagna. Becker si era allora rivolta al medico volontario Marino Andolina che fece da intermediario con l'ospedale Burlo Garofolo e con le autorità italiane e i piccoli con i loro parenti furono portati in salvo.

Alla serata di ieri erano presenti, tra gli altri, Becker e Andolina e i dirigenti dell'ospedale. La serata è stata caratterizzata da arie d'opera e canzoni cn interventi e letture di attori.

   









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