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Scuole dell’infanzia, lo sciopero delle maestre: «No al mese di luglio, troppi 24 bimbi per classe e troppe precarie»

La protesta il primo luglio contro l’allungamento del calendario a 11 mesi: «Cronica mancanza di personale, bloccati i congedi. Sostituzioni aperte a persone senza titoli e adeguata formazione»



TRENTO. Sciopero delle insegnanti delle scuole dell’infanzia oggi (1 luglio) in Trentino contro l’allungamento del calendario scolastico al mese di luglio, recentemente confermato dalla giunta provinciale.

«La scuola dell’infanzia è scuola, primo gradino della scolarità e questo la distingue da altre forme educative di qualità, altrettanto indispensabili, ma di supporto alla conciliazione famiglia-lavoro. Il contratto di lavoro deve essere coerente col tipo di lavoro svolto e col servizio erogato», scrivono in una nota Flc Cgil, Cisl Scuola e Satos.

Precarietà
I sindacati denunciano la sofferenza della scuola dell’infanzia, «acuita dal problema della precarietà e dalla difficoltà ad attrarre giovane personale - tanto che sempre meno neo-insegnanti laureati/e scelgono la scuola dell’infanzia a favore della scuola primaria, dove le carte e le regole sul tavolo sono chiare, uguali per tutti e certe – e sta divaricando le disuguaglianze applicative dei contratti di lavoro tra scuole pubbliche e scuole equiparate».

«La cronica mancanza di personale insegnante impone una continua riorganizzazione della scuola e degli orari di lavoro, con conseguente destabilizzazione della programmazione e, di conseguenza, degli adulti e dei bambini. Per tamponare il problema si sono aperte graduatorie per sostituzioni a persone senza titoli e/o adeguata formazione, con aggravio per il restante personale e un graduale abbassamento della qualità della progettazione educativa e didattica».
Ancora: «Allo stato attuale il personale, insegnante e non, ha le ferie imposte dal datore di lavoro in agosto in funzione del calendario scolastico di undici mesi; e un’esigenza di personale così pressante ha comportato persino il blocco anche di altre forme di congedo, fatta eccezione per quello parentale che è inderogabile».

Sostegno 
«Le insegnanti “supplementari”, coloro che nella scuola dell’infanzia si dedicano ai bambini con bisogni educativi speciali, sono nella quasi totalità assunte con contratti precari. Tra queste pochissime hanno il titolo di specializzazione in quanto negli ultimi anni non sono stati attivati i corsi per il conseguimento dell’abilitazione e banditi i concorsi per la stabilizzazione di queste figure professionali così importanti proprio per i bambini che ne avrebbero più necessità. Possiamo quindi dire senza timore di smentite che l’insegnamento sul “sostegno”, usando un temine improprio, nella scuola dell’infanzia è un lavoro ad alto tasso di precarietà».
C’è poi l’ingiustizia della retribuzione estiva alle insegnanti a tempo determinato, una conquista raggiunta per tutto il personale della scuola, tranne appunto per le insegnanti delle scuole dell’infanzia perché in Trentino afferiscono a un contratto diverso e non quello della scuola a carattere statale.

Bambini per classe

Dentro un quadro di costante calo dei bambini, c’è infine il tema del numero di bambini per sezione, per il quale i sindacati chiedono una riduzione sensibile: «24 bambini per sezione confermato quest’anno è ancora molto lontano dal numero che potrebbe garantire una miglior gestione della didattica, del personale e un’elevazione della qualità».
Tornando al tema della materna a luglio, la nota conclude: «Le famiglie sono realtà molto diverse, hanno bisogno e diritto a una varietà di sostegni nella società: poter accedere a costi calmierati ad attività ludico-sportive, esperienze culturali di vario genere che non possono essere offerte a scuola, che possono coinvolgere i genitori stessi». 













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