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Trentino da raccontare: il sogno di Isidoro - Seconda parte

Il 25 ottobre del 1927, al largo del Brasile, colava a picco il piroscafo italiano
Principessa Mafalda. A bordo, assieme a un migliaio di emigranti, c’era
Isidoro Adami, un ragazzo poco più che ventenne partito dal Trentino per
realizzare in Uruguay un sogno che aveva cullato da molto tempo.

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Trentino da raccontare: il sogno di Isidoro - Prima parte

Il 25 ottobre del 1927, al largo del Brasile, colava a picco il piroscafo italiano
Principessa Mafalda. A bordo, assieme a un migliaio di emigranti, c’era
Isidoro Adami, un ragazzo poco più che ventenne partito dal Trentino per
realizzare in Uruguay un sogno che aveva cullato da molto tempo.



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Trentino da raccontare: in viaggio con l'Ape

Ovvero, come un mezzo da lavoro può trasformarsi in un prezioso com- pagno di viaggio. Perché – come diceva agli inizi del ’900 il famoso scrittore Marcel Proust – un vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. Se dunque per vedere bene è ne- cessario viaggiare lentamente, cosa può esserci di meglio se non l’Ape Piaggio, il tre-ruote “slow” che per Agostino Pross è diventato un’alternativa all’auto- mobile? Altro che aereo! Una filosofia di viaggio trasformata in filosofia di vita che è l’esatto opposto del mordi e fuggi di molti turisti di oggi. Le ultime imprese? Una visita al cantautore Guccini a Pavana (Pistoia) e un viaggio a l’Aquila, durato 22 ore e 700 chilometri.

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Trentino da raccontare: Valmorbia Werk: un forte, due bandiere

A100 anni dalla Grande Guerra, la cronaca ritrovata di un tragico errore che indusse i soldati italiani e quelli austriaci a sparare contro i propri commilitoni. Nello stesso luogo, un anno dopo, sarebbe arrivato un giovane ufficiale del tutto inesperto di combattimenti. Veniva da Genova e il suo nome era Eugenio Montale. Il reparto a cui venne assegnato si trovava fra il Monte Corno e il piccolo paese di Valmorbia.

EPISODIO 1 La “M.A.R.”, un’antica ferrovia
EPISODIO 2 Filippo, dalla Cina con amore

EPISODIO 3 Sopravvivere al Vajont



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Trentino da raccontare: sopravvivere al Vajont

La notte del 9 ottobre del 1963, una frana gigantesca si staccò dal MonteToc piombando nel bacino della diga del Vajont, che sovrasta Longarone, in provincia di Belluno. In alcuni minuti quasi duemila persone vennero travolte e uccise da un’enorme massa d’acqua, sassi e fango che si riversò nella valle del Piave. Pochi abitanti di quei paesi si salvarono, ma coloro che sopravvissero dovettero lottare tutto il resto della loro vita per non morire “dentro”. Il trentino Rinaldo Aste, che perse moglie e due figli, era uno di loro.

EPISODIO 1 La “M.A.R.”, un’antica ferrovia
EPISODIO 2 Filippo, dalla Cina con amore



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Il Trentino nella grande guerra: la disperazione dei soldati

La disperazione dei soldati in trincea porta molti di essi, oltre agli episodi di autolesionismo per poter essere rimandati a casa, a togliersi la vita. Gli alti comandi, non potendo punire i morti, minacciano di punire le famiglie dei soldati suicidi. All’esterno si esalta invece l’eroismo. Fino all’arrivo dei gas.

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Il Trentino nella Grande Guerra: tragedie in trincea

Alla fine del giugno 1915 le battaglie scatenate dall’esercito italiano portano alla luce l’impreparazione del regno, anche a livello sanitario. Sul Carso un’epidemia di colera riempie gli ospedali. Le condizioni nelle trincee al fronte sono tragiche, amplificate dallo shock dei bombardamenti.



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Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.