Il 2023 rischia di essere l’anno più caldo mai registrato: sulle Alpi lo zero termico a 5300 metri
Nel 2022 lo scioglimento record dei ghiacciai del Tirolo, che a fine giugno avevano già disperso tutto il ghiaccio accumulato nell’inverno
TRENTO. Il 2023 si è candidato ad essere l'anno più caldo mai registrato: dopo aver già infranto diversi record, come l'estate più torrida dal 1880, con 0,23 gradi in più rispetto a tutte le stagioni estive precedenti, e uno zero termico mai così alto sulle Alpi, salito a quota 5.328 metri, i dati relativi alla temperatura superficiale dell'aria sopra mari e terre emerse indicano che la seconda metà dell'anno non sarà da meno.
Lo afferma uno studio dell'Università cinese Sun Yat-sen pubblicato sulla rivista Advances in Atmospheric Sciences, che sottolinea l'urgenza di prendere contromisure in merito alla crisi climatica.
Quanto i provvedimenti siano necessari lo indica anche un dato record del 2022, quando i ghiacciai del Tirolo hanno perduto tutto il ghiaccio accumulato durante l'inverno già a fine giugno, mai così presto. Di questo passo, i ghiacciai saranno dimezzati già tra 10-20 anni, come conferma uno studio dell'Università austriaca di Innsbruck pubblicato sulla rivista The Cryosphere.
I dati sulle temperature straordinariamente elevate del 2023, utilizzati nello studio guidato da Zichen Li, arrivano dalla banca dati cinese sulle temperature superficiali globali (Cmst 2.0), che integra oltre un secolo di dati sulla temperatura dell'aria della superficie terrestre di tutto il mondo e incorpora anche ricerche all'avanguardia.
Uno strumento prezioso, liberamente accessibile sia per la comunità scientifica che per il pubblico, che nel 2022 è stato anche ampliato per includere i dati sulla temperatura superficiale dell'Artico, migliorandone la copertura globale. I risultati mostrano che l'anno in corso ha già guadagnato il terzo posto per il primo semestre più caldo da quando sono iniziate le misurazioni, collocandosi appena dietro il 2016, ancora al primo posto, ed il 2020.
Le temperature medie globali della superficie del mare sono salite al massimo storico in aprile, seguite a ruota da quelle relative all'aria vicino al suolo, che in giugno hanno raggiunto i secondi valori più alti mai registrati. Questa combinazione ha portato maggio ad essere incoronato come il mese più caldo mai misurato in base alle temperature superficiali medie globali.
Ma la ricerca rivela anche che i valori stanno continuando a crescere nella seconda metà dell'anno, che ha quindi buone chance di diventare il più caldo di sempre, e che la tendenza potrebbe proseguire nel 2024.
Nessuna buona notizia per i ghiacciai, dunque, soprattutto quelli delle Alpi, che quest'estate hanno battuto due volte in due mesi il record dello zero termico: l'altitudine alla quale la temperatura è di zero gradi è salita prima a 5.184 metri e poi a 5.328 metri.
Particolarmente in difficoltà risultano i ghiacciai del Tirolo, come quello austriaco dell'Hintereisferner: il suo anno nero, per ora, è stato il 2022, quando ha infranto il record di scioglimento. Secondo la ricerca guidata da Annelies Voordendag, infatti, è entrato in un bilancio negativo già all'inizio dell'estate, il 23 giugno: quasi due mesi prima rispetto ai due anni precedenti e in anticipo anche rispetto ad anni particolarmente caldi, come il 2003 ed il 2018, nei quali il momento in cui il ghiaccio invernale è andato perso non è stato raggiunto prima della fine di luglio.