Montagna

Due volte sull’Ortles a 12 anni: l’impresa del giovane Noah  

Il ragazzino è salito in cima alla montagna quando aveva appena 9 anni, pochi giorni fa il bis. «I social non mi entusiasmano, amo scalare». Assieme a lui il padre Hubert Wegmann, esperta guida alpina di Solda



PRATO ALLO STELVIO. C'è un fenomeno nel mondo alpinistico che sembra prendere piede nell'ultimo periodo: quello di portare in alta quota dei giovanissimi. Finora è andata bene: i vari tentativi sono riusciti. Un azzardo, una provocazione? I cultori dell'alpinismo sono scettici nei confronti di questi tentativi che sono in continuo aumento.

L'ultimo si è verificato sulle montagne di casa nostra. Risale ai primi giorni di luglio quando Noah Wegmann di soli 12 anni è riuscito a scalare l’Ortles, la cima più alta delle Alpi Orientali, con i suoi 3.905 metri di altitudine. Vi è salito assieme al padre Hubert, guida alpina di Solda.

Padre e figlio hanno scelto l’esposta e ripida Hintergrat, o Cresta del Coston che ha una difficoltà massima di terzo grado. Ha pendii nevosi inclinati fino a 40 gradi resi ancora più pericolosi dal cambiamento climatico e dall’ingente scioglimento delle nevi perenni. Condizioni difficili che hanno causato anche la recente grande frana caduta pochi giorni fa.

Noah ha affrontato la scalata senza paura. «Mi piace la fatica che si deve mettere per raggiungere un obiettivo. Mi piace la sensazione della natura estrema intorno a me», ha avuto modo di dichiarare aggiungendo poi «di amare i racconti degli scalatori di oggi come Alex Honnold, Roger Schäli, Tommy Caldwell e Simon Gietl».

La mamma di Noah è Barbara Folie, guardia forestale della Provincia alle prese con i numerosi incendi di bosco in questo ultimo periodo; ha dichiarato che «all’inizio io e suo padre ci preoccupavamo per il suo futuro: se non impara a usare le nuove tecnologie, ci chiedevamo, come farà in futuro col lavoro? Poi però abbiamo capito che la sua intelligenza e la sua passione lo porteranno sicuramente avanti nella vita».

Proprio con la mamma Noah ha iniziato a fare le prime cime. Ora la famiglia ha come prossima meta il Großglockner, che con i suoi 3.798 metri è la cima più alta dell’Austria. «Da grande vorrei fare la guida alpina come mio padre. O anche lo scalatore estremo, come i protagonisti dei libri che amo», ha raccontato il ragazzino.

«Ma non mi piace solo scalare», ha spiegato Noah che vive a Prato allo Stelvio, proprio ai piedi dell’Ortles. Nel suo curriculum ha già diverse vie ferrate, corsi di climbing, la prima gara e un corso di enduro-bike, ma anche gare di scialpinismo, con l’esordio durante lo scorso inverno con la scalata con le pelli dell’altoatesina Cima di Solda, di 3.387 metri sempre nel massiccio del Gruppo Ortles-Cevedale». La montagna come passatempo al posto dei social che, dice Noah, proprio non lo entusiasmano. «Scalando l'Ortles non ha fatto nulla di straordinario - dice il papà Hubert - e non capisco il clamore suscitato dopo la notizia che si è diffusa».













Scuola & Ricerca

In primo piano