Ucraina, l’incubo di armi chimiche. Allarme di Biden: “Putin le sta valutando”
Le forze di Kiev: “Riconquistata Makariv, 60 chilometri dalla capitale”. E oggi il presidente Zelensky collegato con il parlamento italiano: annunciate defezioni
ROMA. L'Ucraina si è svegliata anche oggi, 22 marzo, con gli allarmi delle sirene antiaeree, che hanno risuonato in 17 delle 24 regioni del Paese. E si riaffaccia anche la paura delle armi chimiche e biologiche: le accuse russe che Kiev abbia tali armamenti "sono false" e un "chiaro segnale" che Vladimir Putin "starebbe valutando di usarli entrambi" nella guerra, ha affermato il presidente americano Joe Biden.
Lo Stato maggiore ucraino questa notte ha annunciato che le forze armate di Kiev hanno riconquistato l'insediamento urbano di Makariv, 60 chilometri a ovest della capitale. "La bandiera ucraina è stata issata sulla città" e le forze russe sono state respinte, hanno detto i militari. Ieri sarebbe stato anche abbattuto un jet russo, secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che in un video caricato nelle prime ore della notte su Telegram si è scagliato contro i piloti dei caccia di Mosca: "Hanno sicuramente il vuoto al posto del cuore, al posto dell'anima, al posto di tutto ciò che rende umani", ha detto.
L'esercito ucraino parla anche di 14 tank russi distrutti, insieme ad altri mezzi militari. Restano però in mano russa il corridoio terrestre con la Crimea e l'accesso al Mar d'Azov, rilevano le stesse fonti in un ultimo rapporto dal campo. Ma le scorte delle truppe russe finiranno "in tre giorni", secondo lo stesso documento.
Secondo l’Onu la guerra in Ucraina ha già causato almeno 925 morti tra la popolazione civile. Un cifra che sarà presto rivista al rialzo, secondo l'Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani (Unhchr). Dalla centrale nucleare di Chernobyl arriva intanto la notizia che tutti i tecnici che erano rimasti bloccati nell'impianto e avevano dovuto continuare a lavorare senza interruzione dal giorno dell'arrivo delle truppe russe, il 24 febbraio, hanno ottenuto il permesso di lasciare il sito: sono stati sostituiti da colleghi ucraini e nell'impianto sono rimaste in servizio guardie ucraine, hanno comunicato le autorità di Kiev all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea).
Intanto oggi il presidente ucraino Zelensky parlerà in videocollegamento ai parlamentari italiani, riuniti a Montecitorio. Dopo il presidente ucraino interverrà anche Draghi. Non mancano però le voci critiche, fra chi ha chiesto che venga ospitato anche Putin e chi annuncia che diserterà la seduta: non ci saranno gli ex M5s di Alternativa, il leghista Pillon, la senatrice del misto Granato, la deputata forzista Giannone, quella pentastellata Segneri e Paragone.