Ministro israeliano Gvir sulla Spianata delle Moschee, proteste
L'Autorità nazionale palestinese denuncia, 'una provocazione'
(ANSA) - GERUSALEMME, 26 DIC - Il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben Gvir ha fatto visita questa mattina alla Spianata delle Moschee di Gerusalemme, suscitando numerose proteste, in particolare da parte dell' Autorità Nazionale Palestinese, che ha definito l'iniziativa 'una provocazione'. "Stamattina sono salito sul luogo del nostro santuario per pregare per la sicurezza dei nostri soldati, per il rapido ritorno di tutti gli ostaggi a Gaza e per una vittoria totale, con l'aiuto di Dio", ha postato il ministro della Sicurezza Nazionale israeliana su X, pubblicando una sua foto sulla Spianata. Da quando è entrato a far parte del governo alla fine del 2022, Itamar Ben Gvir ha visitato più volte questo sito conteso, situato nel settore della Città Santa occupato e annesso da Israele. Terzo luogo sacro dell'Islam, la Spianata delle Moschee è costruita sulle rovine del secondo tempio ebraico, distrutto nell'anno 70 dai Romani. Per gli ebrei è il Monte del Tempio, il luogo più sacro dell'ebraismo. Il luogo è al centro del conflitto israelo-palestinese ed è oggetto di tensioni ricorrenti. In base allo status quo decretato dopo la conquista di Gerusalemme Est da parte di Israele nel 1967, i non musulmani possono visitare la spianata in orari specifici, senza fermarsi a pregare. Il ministero degli Esteri dell'Autorità Nazionale Palestinese ha "condannato" la visita del ministro israeliano, definendo i suoi "rituali talmudici" presso la moschea di Al-Aqsa una "provocazione senza precedenti contro milioni di palestinesi e musulmani". Anche la Giordania, alla quale è affidata l' amministrazione del sito, ha denunciato, attraverso il suo ministero degli Affari Esteri, "una visita provocatoria e inaccettabile" nonché una "violazione dello status quo storico e giuridico" della spianata delle Moschee. "Lo status quo del Monte del Tempio non è cambiato", ha affermato da parte sua l'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una dichiarazione. (ANSA).