Insoddisfazione e stress per i lavoratori italiani
Secondo due ricerche a livello nazionale, stipendio e benessere sono le priorità. Ma solo 3 persone su 10 si dicono soddisfatte della propria posizione
ROMA. I lavoratori italiani sono insoddisfatti e stressati: non ritengono la carriera prioritaria ma, neanche a dirlo, puntano a stipendi congrui e al proprio benessere, anche sul posto di lavoro. Ciò è quanto emerge da due distinte ricerche circolate in questi giorni, proprio mentre il governo si appresta a varare la manovra che dovrebbe, anche se a fronte di scarse risorse, tagliare il cuneo fiscale e alleggerire l'Irpef almeno in parte (il secondo scaglione del 25% scenderebbe al livello del primo).
In Italia solo tre persone su dieci si dichiarano pienamente soddisfatte della propria posizione lavorativa e circa una su due si sente abbastanza apprezzata e stimata sul posto di lavoro, evidenzia una ricerca firmata Maw, l'agenzia per il lavoro e parte di W-Group, condotta su un campione di oltre 2.600 lavoratori in tutta Italia, che ha l'obiettivo di indagare bisogni, desideri e priorità dei lavoratori italiani in un momento di grandi sfide per il settore, e per fornire alle imprese uno strumento utile ad affrontare l'incremento del mismatching tra domanda e offerta di lavoro.
Nella penisola "un lavoratore su 2 lotta in silenzio contro i problemi di salute mentale. - spiega invece GoodHabitz, la piattaforma internazionale per la formazione aziendale - Il 70% della forza lavoro nel Paese è alle prese con stress e burnout (stato di esaurimento emotivo, fisico e mentale) e il 13% dichiara di averli sperimentati in modo (molto) forte".