Impiantati neuroni anti-Parkinson da staminali embrionali umane
Primi test al mondo in Europa e Usa. Cattaneo, studi apripista
(ANSA) - ROMA, 27 NOV - Per la prima volta al mondo neuroni ottenuti da cellule staminali embrionali umane sono stati impiantati nel cervello di persone con la malattia di Parkinson in Europa e negli Stati Uniti, con risultati che i coordinatori delle sperimentazioni definiscono "eccellenti". Gli studi, partiti nel febbraio 2023 in Europa (in Svezia e in Gran Bretagna) e nell'ottobre 2022 negli Usa, sono stati possibili grazie ai tre consorzi europei coordinati negli ultimi 16 anni dall'Università di Milano attraverso il laboratorio diretto da Elena Cattaneo. Proprio all'Università Statale di Milano sono presentati oggi i primi dati e viene tracciato il bilancio dell'attività che ha portato a queste prime sperimentazioni nel convegno sulla "rivoluzione delle cellule staminali per le malattie neurodegenerative'. "Il trattamento della malattie di Parkinson con le cellule staminali fa da apripista nel considerare la possibilità che simili strategie possano essere applicate anche per altre patologie neurodegenerative, come la corea di Huntington", ha detto all'ANSA la senatrice Elena Cattaneo, fra i pionieri della ricerca italiana sulle cellule staminali per trattare le malattie neurologiche. Coordinati in tre bandi successivi nell'arco degli ultimi 16 anni, i consorzi europei che hanno reso possibili le due sperimentazioni sono NeuroStemCell (2008), NeuroStemCell-Repair (2013) e NeuroStemCell-Reconstruct del 2019, che concluderà le sue attività nel dicembre 2024. La fase 1 della sperimentazione ha dato "risultati eccellenti sulla sicurezza in tutti e 12 i pazienti a due anni dall'intervento", ha detto Viviane Tabar, del Memorial Sloan Kettering Cancer Institute di New York che con Lorenz Studer e l'azienda BlueRocks Therapeutics conduce la sperimentazione clinica americana. Soddisfatto anche Roger Barker, dell'Università britannica di Cambridge, che conduce la sperimentazione europea su 8 pazienti chiamata Stem-Pd con il gruppo di Malin Parmar dell'Università di Lund. (ANSA).