Condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio, in fuga con moglie e figlio di 9 anni
Giacomo Bozzoli è latitante dopo la sentenza della Cassazione: sparito da giorni dalla sua casa sul Garda. Sarebbe scappato a bordo di una Maserati in un Paese al confine con l’Italia
BRESCIA. Di Giacomo Bozzoli, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, avvenuto 9 anni fa, si sono perse le tracce. Secondo i giudici è stato il nipote a ucciderlo e a buttare il corpo dello zio nel forno della fonderia di famiglia, a Marcheno vicino Brescia.
Il 39enne è latitante e con lui ci sono la moglie e il figlio di soli 9 anni. Gli inquirenti hanno firmato un mandato di cattura internazionale. Pensano che sia all’estero, anche se il suo passaporto è scaduto. Sarebbe scappato a bordo di una Maserati e secondo le informazioni che trapelano da Brescia si troverebbe in un paese confinante con l’Italia e sarebbero in corso tentativi di convincerlo a tornare.
Bozzoli non era in aula al momento della lettura della sentenza: c'era invece il padre Adelio, fratello della vittima. L’ipotesi è che sia scappato da giorni.
Stando ad alcuni vicini mancherebbe da casa sua, a Soiano sul lago di Garda, da almeno una decina di giorni e il giardino della villa si presenta con l'erba alta.
Non mancano le polemiche per la mancata attenzione. In questi anni Bozzoli - che il 19 luglio compie 40 anni - è sempre rimasto in libertà. Mai nei suoi confronti è infatti scattato l'arresto perché per chi ha indagato - prima la procura di Brescia, poi la procura generale che ha avocato il caso quando il pm ordinario era intenzionato ad archiviare - non ha ritenuto ci fossero le esigenze per far scattare una misura cautelare. Mai sussistito, per i pm, il pericolo di fuga.
L’uomo ha sempre negato di aver ucciso lo zio, ma per i giudici il colpevole è lui. E dopo il terzo grado di giudizio lo aspetta il carcere.