Indagato l’ex presidente «Ma tutto il cda sapeva»
Bortolazzi all’attacco: le azioni di risanamento sono sempre state discusse Il vice trentino Angeli: sapevamo che avrebbe detto qualcosa del genere
TRENTO. Nuovi voli low cost dall'aeroporto Catullo. Se Ryanair se ne va sbattendo la porta, ieri la spagnola Volotea e domani Meridiana Fly offrono nuovi collegamenti. Un'apertura di credito per la nuova gestione del presidente Paolo Arena e del direttore generale Carmine Bassetti alle prese con un piano di rilancio che deve far fronte ad un deficit di 26,6 milioni di euro. Su questo sforzo, però, pesa un passato su cui la Procura veronese e la Corte dei conti stanno indagando per spiegare il bilancio disastrato e le responsabilità.
«Ho appurato che sono nell'elenco degli indagati» ha confermato Fabio Bortolazzi, l'ex presidente del Catullo, al quotidiano l'Arena che l'altro ieri ha pubblicato l'intervista, ma ogni mio atto, ha aggiunto «è stato deciso in riunioni ufficiali ed i soci erano informati». Messaggio chiaro dopo che il consiglio d'amministrazione ha già avviato un'azione di responsabilità per 20 milioni di euro contro l'ex direttore generale Massimo Soppani: cari ex colleghi, è il senso, non pensate di scaricare le responsabilità sulle mie spalle, nel cda c'eravate anche voi ed anche voi avere votato le delibere. Insomma, una chiamata di corresponsabilità nel caso, non ancora verificatosi, il magistrato contestasse qualche atto della sua gestione.
Va perciò capito il presidente Arena se ieri, annunciati i nuovi voli per Palermo e Bari, non ha commentato le dichiarazioni. «Sapevamo che Bortolazzi avrebbe detto qualcosa del genere», s'è limitato a dire il vice presidente Pierluigi Angeli al termine del consiglio «ma non è il caso di replicare. S'innescherebbe un battibecco inutile e senza fine».
Ma cosa ha detto l'ex presidente? Anzitutto ha spiegato che le difficoltà di bilancio del Catullo datano sin dal 2000, da quando il trasporto aereo internazionale è entrato in crisi. Ha aggiunto che le azioni di risanamento, sempre discusse «assieme al cda», sono state frenate o disattese, compreso l'accordo con Ryanair che, nonostante gli alti costi, avrebbe funzionato se la compagnia avesse concentrato i suoi voli nelle ore meno affollate, cosa non avvenuta. Per responsabilità di chi? Non lo ha detto, ma si è attribuito il merito per la concessione quarantennale del Catullo, degli accordi con Brescia, per i contatti con la Sea di Milano affidati al vice presidente Angeli.
Perché si è arrivati ai 26,6 milioni di passivo? Per i «muri di gomma» che hanno contrastato le sue strategie industriali elaborate perché il Catullo non si limitasse «solo a pagare i debiti di Cuore d'Italia». Citazione curiosa, questa, di una fallimentare iniziativa di promozione territoriale attraverso compagnie aeree ed aeroporti. La vicenda nel 2007 coinvolse anche la Provincia di Trento che, tramite Trentino spa, era stata invitata a versare la bella cifra di 3,6 milioni. Per fortuna il progetto, per com'era congegnato e per i costi, non convinse il dipartimento provinciale responsabile e, sopratutto, fu criticato dall'allora direttore di Trentino spa, Claudio Miorelli, che illustrò al cda ed ai sindaci i rischi dell'operazione. Ma sia al governatore Dellai che all'assessore Mellarini l'idea piaceva e diedero disposizione di investire sino a 500 mila euro. L'opposizione dei funzionari, per fortuna, li aveva indotti alla prudenza.
Cuore d'Italia consumò una montagna di euro e poi finì in nulla. Che riservi ancora qualche sorpresa?
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