Elena, ecco la ragazza che «sussurra» ai cavalli
A 20 anni ha preso in mano l’azienda dopo la morte del padre Adesso vorrebbe un’allevamento ma si scontra con la burocrazia
TRENTO. Una testimonianza particolarmente toccante e umana quella che presentiamo oggi di una giovane donna, 25 anni, non molto fortunata nella vita, essendo rimasta orfana del papà a vent’anni nel pieno dello sviluppo della propria azienda agricola. Il fratello maggiore che non ha nessuna vocazione agricola e le lascia mano libera per andare a fare il metalmeccanico, e un fratellino di 15 anni che andava ancora a scuola. In questo contesto Elena Andreatta, a soli vent’anni, prende in mano l’azienda «con i saggi consigli del nonno e della mamma», precisa subito. Alla nostra domanda del perché di questa scelta coraggiosa in montagna dove tutto è più difficile e questo a vent’anni, Elena non ha dubbi nel rispondere che è la passione per gli animali, e per i cavalli in particolare che ha avuto una grande importanza, ma anche «il fatto che abbandonare l’azienda dopo tanti sacrifici fatti dai genitori per metterla in piedi sarebbe stata una mancanza di rispetto nei loro riguardi. Papà, che sento ancora vicino, mi ha insegnato che quest’azienda ha delle grandi potenzialità», prosegue Elena.
L’azienda è collocata appena sotto Campregheri, ma in comune di Calceranica al Lago, in una conca bellissima e circondata completamente da campi e prati, ma con il bosco ormai vicino. Cinque anni fa Elena, una ragazza che aveva frequentato con notevoli sacrifici un biennio al corso professionale dell’Istituto Agrario di San Michele, ma che ha lasciato perché ciò che imparava era considerato troppo teorico e poco attinente la sua futura professione che doveva essere quella dell’allevatrice di cavalli. Per questa attività, afferma Elena, «era molto più importante l’esempio di papà e nonno, loro mi hanno insegnato come si valuta un fieno, quando è considerato pronto per essere imballato, come fare a usare il trattore con l’imballatrice o con la barra falciante». L’azienda di papà era mista: metà frutteto a Calceranica e meta zootecnica ai Campregheri.
«Dopo un paio d’anni - spiega la giovane - mi resi conto che era impossibile per me seguirla tutta al mattino all’alba andare a fere i trattamenti per poi finire la giornata molto tardi alla sera in stalla. Per questo ho affittato il frutteto e ho tenuto per me l’azienda zootecnica». Un’azienda peraltro particolare in quanto oltre ai suoi sei cavalli, Elena mantiene a “pensione” 22 cavalli di persone appassionate a questo affascinante animale ma impossibilitati a tenerlo in casa. Un’attività che Elena porta avanti con grinta, passione e tanto amore per gli animali e per la natura seppur in mezzo a difficoltà particolarmente difficili da superare, particolarmente di tipo burocratico. Senza queste caratteristiche, ma anche senza un po’ d’orgoglio per questa attività non andresti da nessuna parte.
Com’è organizzata la sua giornata di questa ragazza che sta portando avanti l’azienda del padre? Si apre al mattino presto, alle sei e mezza andando a dar da mangiare ai cavalli, quindi la pulitura, durante l’estate stanno sempre fuori ma l’inverno che per il freddo stanno in box il lavoro è maggiore. Poi c’è la fienagione per la quale Elena padroneggia tutte le macchine e le attrezzature agricole.
Un sogno nel cassetto? «Certo che c’è, ed è quello di arrivare ad avere un mio allevamento di cavalli di pura razza araba, per ora ho comprato lo stallone e sto attendendo da mesi l’autorizzazione alla stazione di monta, ma purtroppo si cozza quotidianamente con la burocrazia. Certi funzionari sempre in mezzo alle carte dovrebbero uscire dagli uffici e rendersi conto di quali sono realmente le situazioni, e dei danni che con i loro ritardi procurano con i loro ritardi. Poi ho un problema, pur lavorando da mane a sera con gli animali, i campi e i prati faccio una fatica enorme ad essere riconosciuta come imprenditrice agricola, perché la mia attività di servizio ai cavalli di terzi si fatica a riconoscerla come attività agricola».
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