Catullo-Save, via libera all’alleanza del Nord est

La Provincia dice sì all’ingresso della società degli scali di Venezia e Treviso Pacher: «Integrazione col Veneto per costruire un aeroporto territoriale diffuso»


di Chiara Bert


TRENTO. La Provincia di Trento, insieme agli altri soci del Catullo, ha scelto la strada dell’alleanza dello scalo di Verona con gli aeroporti del Nord est. Il via libera all’approfondimento dell’offerta di Save - la società che gestisce gli scali di Venezia e Treviso - è arrivato dall’assemblea della Catullo spa che si è tenuta martedì scorso.

Lo ha annunciato ieri il presidente della giunta Alberto Pacher, dopo che già la scorsa settimana l’esecutivo di Piazza Dante aveva confermato l’interesse della Provincia a valutare la proposta di ingresso della Save nella compagine societaria del Catullo, «nella logica - ha spiegato ieri Pacher in conferenza stampa - di un’alleanza del Nord est che può essere particolarmente interessante per il Trentino soprattutto per i flussi turistici».

La strada che si delinea è quella di un’integrazione di aeroporti, «complementari l’uno all’altro», ha sottolineato il presidente della Provincia: Treviso è fortemente vocato al low cost (con in primis la presenza del colosso Ryanair), Verona è forte per quanto riguarda i charter e il traffico commerciale, Venezia è scalo internazionale con una particolare apertura verso l’area orientale e mediorientale.

Sul tavolo - ha ricordato ieri Pacher - c’erano anche altre manifestazioni d’interesse, da parte di fondi di investimento, europei e australiani, e del sistema aeroportuale della Lombardia. «Ma con gli altri soci - ha spiegato il presidente - quasi all’unanimità in assemblea si è deciso di approfondire la proposta di Save, dunque l’alleanza con il Veneto che appare più equilibrata». «Un’integrazione con il sistema lombardo, che ha al suo interno il secondo hub continentale italiano, Malpensa, determinerebbe un quadro fortemente squilibrato tra gli attori in campo. Diversamente, con gli scali veneti, si potrebbe invece creare un aeroporto territoriale diffuso». I prossimi passi dovranno approfondire l’interesse da parte di Save e verificare la possibile composizione dell’azionariato (la cessione riguarda un pacchetto del 35% del capitale).

«Si è comunque aperta una strada che va nella direzione di sistemi territoriali che ragionano in maniera integrata - ha detto Pacher - a fronte anche del fatto che c’è una strutturale impossibilità del sistema aeroportuale italiano di competere con i grandi hub europei. Le cifre non sono comparabili, Londra ha 70 milioni di passeggeri all’anno, Francoforte attorno ai 40, mentre Malpensa si ferma a 17 milioni. Dunque l’Italia può ragionevolmente articolarsi su sistemi territoriali a più basso costo che possono favorire l’accessibilità del territorio, e quindi essere un elemento di traino importante per il turismo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano