Sinergia Comune - associazioni per curare il verde pubblico
Borgo. Il consiglio comunale, in seduta on-line, ha approvato la proposta dei gruppi di minoranza Civitas e Innova di far “adottare” da privati aiole, rotatorie e altri spazi che poi dovranno sistemare
Borgo. Perché non pensare a una sinergia tra Comune e associazioni o privati per la cura e la valorizzazione degli spazi pubblici, ad esempio le aiuole delle rotatorie? Una sorta di adozione, come accade già in diverse parti d’Italia e anche in Trentino. L’idea è stata lanciata dai gruppi Civitas e Innova e se n’è parlato ieri pomeriggio in consiglio comunale. La seduta è stata convocata in modalità telematica per discutere alcuni dispositivi che nel consiglio precedente per motivi di tempo non erano stati trattati. A questi se ne sono aggiunti altri, per un totale di 10 punti tra mozioni e interrogazioni, che riporteremo nei prossimi giorni.
La proposta
Tornando all’adozione degli spazi verdi, dalla minoranza si propone di attivare una collaborazione tra Comune e soggetti diversi, che si occuperebbero della loro cura. Un modo che funge anche per la promozione del territorio e delle realtà economiche, sportive e sociali della zona. «Chiediamo di predisporre un bando e un regolamento dandone evidenza a tutti i potenziali soggetti interessati», ha spiegato Samuele Campestrin. Il sindaco Enrico Galvan si è mostrato favorevole all’adozione, precisando che nell’ultimo anno sono stati fatti ragionamenti in tal senso, portando ad esempio il progetto avviato prima dell’emergenza Covid con la scuola primaria per l’adozione di una zona verde sul territorio comunale. Ha altresì ricordato che, in particolare per le rotatorie (vedi quella di via Giovannelli, davanti all’autostazione, dove è stata installata un’opera in corten), l’iter autorizzativo non è semplice, sia per la sicurezza sia per i problemi legati agli aspetti pubblicitari. «Si tratta di un dispositivo volutamente generico per poter essere meglio articolato sulla realtà di Borgo. Concordo di stabilire nel regolamento un iter autorizzativo diverso in base allo spazio in questione, se rotatoria, piccola aiuola, verde marginal», ha aggiunto Martina Ferrai. «Finora sono state fatte attività a spot, è necessario fare un passo avanti con un regolamento», ha approvato l’assessore Maria Elena Segnana. Il dispositivo è passato con l’astensione della Lega, che aveva chiesto tramite Marika Sbetta di inserire nel testo anche la possibilità di concedere in uso gratuito questi spazi alle realtà economiche, visto l’attuale periodo, da utilizzare quale vetrina/spazio pubblicitario gratuito. «Pur condividendo la finalità, si andrebbe troppo nello specifico, ci sono verifiche tecniche da fare su questo aspetto legate a pubblicità/affissioni pubbliche», ha precisato il primo cittadino.
No all’odio in rete
Approvata all’unanimità, con numerosi interventi da parte dei consiglieri, l’adesione proposta da Civitas e Innova al “Manifesto della comunicazione non ostile”, iniziativa nata a Trieste nel 2017 per sensibilizzare sull’odio in rete, tema sempre più importante dal punto di vista sociale e che riguarda tutti i cittadini. Si tratta di una carta di intenti che elenca dieci principi di stile utili per chi usa la rete e ha lo scopo di arginare e combattere le pratiche e i linguaggi negativi online, favorendo comportamenti rispettosi e civili in modo che internet diventi un luogo sicuro ed accogliente per tutti. «Ad oggi sono circa 150 i Comuni che hanno aderito al Manifesto, solo tre quelli trentini al momento, oltre a scuole, istituzioni, aziende», ha spiegato Ferrai, invitando il Comune a farsi inoltre promotore presso scuole, società sportive, associazioni e soggetti potenzialmente interessati. Da Marika Sbetta la richiesta, accolta con un emendamento nel dispositivo, di coinvolgere la commissione per approfondire il tema, magari con un progetto di educazione civica più vasto insieme alla scuola. «Il manifesto è trasversale, non è solo per i ragazzi, spesso sono gli adulti a rendersi responsabili di messaggi di odio ed attacchi sui social», ha concluso la Ferrai.