Rete di Riserve del Brenta avviata verso il decollo 

Il progetto di tutela e valorizzazione ambientale sta trovando l’approvazione  dei consigli dei Comuni interessati: in tre anni verranno investiti 946 mila euro


di Marika Caumo


VALSUGANA. Martedì ha aperto il consiglio comunale di Torcegno, mercoledì è toccato Grigno, Castel Ivano e Ronchi. Ieri a Borgo e Roncegno. Stiamo parlando dell'approvazione dell'accordo di programma per l'attivazione della "Rete di Riserve Fiume Brenta" nel territorio che comprende l'Altipiano della Vigolana, Borgo, Calceranica, Caldonazzo, Castel Ivano, Grigno, Levico, Novaledo, Pergine, Roncegno, Ronchi, Tenna, Torcegno e Vignola Falesina. La valle del fiume Brenta copre, infatti, un’area molto estesa e variegata, qualificata per la presenza di numerose aree protette, la cui peculiarità principale è la presenza di corsi d’acqua e contesti umidi di grande pregio naturalistico e paesaggistico.

Per arrivare a questo punto l'iter è stato lungo, prendendo avvio dal Progetto eruropeo Life + T.E.N. (Trentino ecological network) con un percorso partecipato avviato nel 2015 che ha coinvolto amministratori e portatori d'interesse per la gestione integrata della Rete Natura 2000 in Trentino, conciliando le esigenze legate alla tutela di specie e habitat con lo sviluppo socioeconomico e l'integrazione con il comparto agricolo e turistico. E' stato individuato un Ato (ambito territoriale omogeneo) del fiume Brenta e inventariate le azioni di tutela per la conservazione e valorizzazione del patrimonio ambientale e naturale. Azioni e obiettivi sono contenuti in una "Carta dei progetti". Lo scorso mese di giugno le comunità di Alta e Bassa Valsugana, il Bim Brenta e i Comuni hanno stipulato un protocollo d'intesa che indica gli obiettivi di carattere generale, gli impegni e i ruoli dei soggetti coinvolti, nonché l'ambito generale di riferimento e i tempi previsti per la sottoscrizione dell'accordo di programma e per l'adozione del piano di gestione. Lo scorso 13 luglio la Comunità Valsugana e Tesino, individuata quale ente capofila, ha espresso alla Provincia la volontà di dare avvio al percorso di attivazione di una nuova Rete di riserve comprendente i relativi territori e volta alla gestione unitaria e coordinata delle 34 aree protette presenti: Zps, Zsc e Riserve locali che vanno dalle grotte ai laghetti, dai canneti ai paludi, eccetera.

Obiettivo, oltre a poter attuare la tutela attiva del proprio territorio, perseguendo così la valorizzazione e la riqualificazione degli ambienti naturali e seminaturali, è lo sviluppo delle attività umane ed economiche compatibili con le esigenze di conservazione. Nell'accordo si punta alla salvaguardia, sostegno e promozione delle tradizionali attività che fanno riferimento all’uso civico, alla selvicoltura, all’allevamento zootecnico, al pascolo, all’agricoltura di montagna, al taglio del fieno, alla raccolta del legnatico, alla caccia, alla pesca, alla raccolta dei funghi e all’apicoltura, nonché le attività ricreative, turistiche e sportive compatibili, come elementi costitutivi fondamentali per la presenza antropica nelle aree di montagna. Tra le azioni anche campagne di sensibilizzazione, attività didattiche mirate, la costituzione di percorsi didattici, azioni concrete di valorizzazione e conservazione e la promozione della Rete in un'ottica di valorizzazione del turismo sostenibile. Si punta inoltre alla qualificazione e la diversificazione dell'offerta turistica sostenibile riconoscendo il territorio come primo fattore di attrattiva.

I prossimi passi? Il piano di gestione sarà adottato entro un anno e nel frattempo potrà essere valutata, con l'ok unanime di tutte le parti, l'inclusione nella rete di riserve di ulteriori aree. L'Accordo di programma ha durata triennale, con possibilità di rinnovo o proroga. La Rete di Riserve del Brenta sarà organizzata in tre strutture: la Conferenza (formata da sindaci, i presidenti delle due comunità di valle e del Bim Brenta e il dirigente del Servizio Sviluppo Sostenibile e Aree Protette della Provincia), il presidente (presidente dell'ente capofila, ovvero Attilio Pedenzini) e il Forum territoriale, oltre a un coordinatore.

Per quanto riguarda, infine, il programma finanziario per il triennio, si prevedono interventi per complessivi 946.500 euro, finanziati per 270mila euro dalla Provincia, per 75mila a testa dalle due Comunità, per 90mila dal Bim Brenta, con 352.400 mila che arrivano dal Psr (Piano Sviluppo Rurale) ed i rimanenti 84mila distribuiti proporzionalmente tra i vari Comuni.













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