Filippi Gilli sbatte la porta  e in polemica lascia la Sat 

Crisi sotto alle Pale. Il presidente della Sezione Primiero San Martino Vanoi: «Tutto il lavoro del quale vado fiero viene vanificato da attacchi mediatici con l’appoggio della sede centrale»


Raffaele Bonaccorso


Primiero san martino. Il presidente Erwin Filippi Gilli e il consiglio direttivo della sezione Sat di Primiero, San Martino di Castrozza e Vanoi sono stufi di essere trattati senza riguardo dalla sede centrale della Sat e in genere da certa opinione pubblica. Il presidente quindi si è dimesso dalla carica e il direttivo Sat locale ha emesso un duro comunicato.

Parole di fuoco

«In questi quasi tre anni in cui ho retto la sezione – scrive Erwin Filippi Gilli – molte cose sono cambiate: con il consiglio pian piano abbiamo iniziato a ricostruire il gruppo, siamo entrati nelle scuole avvicinando i più piccoli alla montagna, abbiamo permesso anche ai diversamente abili di godere dell’ambiente meraviglioso delle nostre cime, ci siamo spesi per implementare le attività culturali della sezione, ci siamo “sbattuti” per trovare soluzioni al dopo Vaia. Tutta questa attività di cui, mi scuserete, sono orgoglioso e vado fiero (e per la quale ringrazio di cuore tutti coloro che vi hanno partecipato e che ci hanno sostenuto), viene però continuamente vanificata da attacchi giornalistici tipo “Sbatti il Primiero in prima pagina” fatta anche con l’appoggio di Sat Centrale. Io mi sento di dire che come valle siamo molto meglio di tanti altri che vengono a farci lezioni».

I sassolini nella scarpa

Erwin Filippi Gilli elenca alcune situazioni per le quali la Sat centrale aveva preso dure posizioni senza interpellare la sezione locale. «Dopo l’evento Suzuki, cinque macchine ibride che circolavano per San Martino, uno stand della Ricola e uno di Radio Deejay ovvero uno scempio ambientale – dice ironicamente Filippi Gilli –. Ci eravamo trovati a Cavalese con la presidenza Sat e le sezioni di Fassa, Fiemme e Cembra e lì, dopo una discussione anche accesa, ci eravamo accordati per un coinvolgimento maggiore delle sezioni locali nelle prese di posizione di Sat centrale. Ma la vicenda della strada a Malga Crel ha dimostrato però che era un accordo che Sat di Trento non aveva intenzione di onorare. Sono sincero: dopo Cavalese mi ero illuso di essere riuscito a cambiare almeno un poco i rapporti, ma con profondo rammarico ho dovuto prendere atto del fallimento. E’ pertanto con una tristezza infinita che mi faccio da parte e lo faccio per dare un segnale a chi, dal centro, crede che in periferia non siamo in grado di difendere il nostro territorio, che solo il Centro possieda il “sacro verbo” e che tutto debba essere calato dall’alto. Il messaggio che voglio mandare è anche quello di pretendere rispetto per la “nostra valle”, per la nostra sezione e, se mi permettete, anche per me non come persona ma come vostro rappresentante».

Il direttivo rincara la dose

Altrettanto arrabbiato è il consiglio direttivo della locale Sat: «La domanda che ci facciamo dopo l’ennesimo articolo apparso sulla stampa che ha “sbattuto in prima pagina” la valle e che ha visto tra i promotori della campagna mediatica anche Sat di Trento è se il “Primiero è una valle di incivili”. Perché se in Primiero viene fatto il raduno Suzuki (come a Canazei e come a Campiglio con l’Audi) solo per Primiero è uno scandalo, si fa il concerto Moroder con meno presenze di una normale domenica di sci e apriti cielo mentre vengono glorificati i Concerti delle Dolomiti fatti per anni in piena riserva integrale dei vari Parchi. E’ vero, Sat centrale è padronissima di esprimere tutte le posizioni che crede, ma allo stesso tempo riteniamo sia anche obbligata moralmente a sentire il parere delle sezioni sperse sul territorio, sezioni che forse hanno a cuore l’avvenire della loro terra altrettanto se non più che Sat di Trento. Non crediamo di essere peggio degli altri nel saper tutelare il nostro territorio. Abbiamo un territorio che non è secondo a nessuno e se il paesaggio che offriamo è così importante lo è perché i nostri vecchi in primis lo hanno coltivato anche aprendo sentieri, mulattiere, strade, realizzando e mantenendo un patrimonio edilizio alpestre di tutto rispetto e che lo caratterizza. Come Sezione meritiamo il rispetto che negli anni ci siamo guadagnati».













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