“Ale” Zeni conquista la placca della falesia di Saint Loup 

Primiero. Dopo una lunga attesa finalmente è stato annunciato lo strepitoso risultato di Alessandro Zeni, primierotto doc e meglio ancora di Mezzano, che è riuscito nell’impresa di una arrampicata in...



Primiero. Dopo una lunga attesa finalmente è stato annunciato lo strepitoso risultato di Alessandro Zeni, primierotto doc e meglio ancora di Mezzano, che è riuscito nell’impresa di una arrampicata in placca probabilmente la più dura al mondo: la via che ha chiamato “Cryptography”, grado “9b”. La magia è riuscita ad Alessandro, Ale per gli amici, “decifrando” una linea nuova, pensata, immaginata e sognata per anni. Ale Zeni, uno dei pochissimi atleti al mondo a poter realizzare questi progetti su placca, è riuscito a creare un’opera d’arte nella falesia di Saint Loup, in Svizzera, una falesia storica, una delle prime nate in territorio Elvetico.

Il risultato è stato comunicato da Giuseppe Lira di “Karpos”, il marchio di abbigliamento tecnico per attività outdoor.

«Il fortissimo atleta della Sezione militare di Alta Montagna del Centro Sportivo dell’Esercito – spiega Giuseppe Lira – ha compiuto l’impresa l’11 gennaio. Una data e una via che rimarranno nella storia dell’arrampicata, con un nome che svela tutto il lavoro di preparazione e ricerca che sta alla base di questo progetto, “Cryptography”. Abbiamo atteso per pubblicare questo sensazionale risultato di Ale, perché in accordo con il Centro Sportivo dell’Esercito volevamo dare la visibilità che meritava un risultato così eccezionale ed accompagnarlo con una raccolta di immagini ed un video che consentissero a tutti gli appassionati di poterlo condividere. Siamo stati al contempo molto combattuti nel farlo uscire in questo momento così delicato per il nostro Paese e per il mondo intero, ma forse sono proprio imprese di questo tipo che ci possono aiutare a trovare l’energia per pensare a nuovi progetti e nuove sfide e superare le difficoltà che oggi stiamo vivendo con la pandemia del Coronavirus».

L’arrampicata in placca è un po' dimenticata, non perché non sia bella, ma piuttosto perché non è sufficiente essere allenati per riuscire a salire. «Per me – conferma Ale Zeni – è la massima espressione della scalata perché su questi specchi di roccia verticale si cela il dubbio dell'incertezza. Non c'è parte del corpo che possa essere dimenticata, il solo movimento di un piede, un movimento del bacino, delle spalle, del viso possono fare la differenza. Ma anche quando tutto sembra essere perfetto e ogni tassello al proprio posto, vieni trascinato verso il basso dal vuoto e ti ritrovi a pensare dove hai sbagliato, e più ci pensi, e più ti convinci che era tutto perfetto per davvero. Forse proprio per questo che viene ripudiata, perché a volte, come penso sia nella vita, per quanto tu sia preparato può comunque arrivare una sconfitta. Questa non dipende da te, ma semplicemente qualcuno ha deciso che non era il tuo momento. Ed è per questo che credo che questa danza verticale sia qualcosa che va oltre alla semplice riuscita o sconfitta, è un insegnamento per me molto più importante».

E’ possibile vedere il video al link: Https://www.karpos-outdoor.com/it/experience/mountaineering/cryptography . R.B.













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