Il coro «Fuori dal Comune» in concerto
ROVERETO. Lunedì alle ore 18 nel Laboratorio Arte Grafica della Biblioteca civica "G. Tartarotti" di Rovereto si esibirà il “Coro fuori dal Comune” di Rovereto diretto dal M° Gianpaolo Daicampi. Il...
ROVERETO. Lunedì alle ore 18 nel Laboratorio Arte Grafica della Biblioteca civica "G. Tartarotti" di Rovereto si esibirà il “Coro fuori dal Comune” di Rovereto diretto dal M° Gianpaolo Daicampi. Il coro opera da parecchi anni nel settore della musica corale, con particolare riferimento all’esecuzione e diffusione di un repertorio strettamente legato a fatti storici e tradizioni.
Nell’ambito delle manifestazioni dedicate ai cento anni dalla Prima Guerra Mondiale, il Coro si esibirà con un progetto che prevede brani di Bepi De Marzi, C. Moser – I. Varner ecc. con letture di testi di poesie di Clemente Rebora
Gli incontri e le trattative, incominciati sin dal 29 ottobre, presso Serravalle all’Adige, situata fra Rovereto e Ala, dal capitano austro-ungarico Camillo Ruggera, appartenente alla commissione, davanti alle linee italiane e venne accolto da raffiche di mitragliatrice. Dopo essere stato identificato e chiarita la sua posizione, raggiunse il comando di divisione italiano, ad Abano. Nella prima serata del 30 ottobre il generale von Webenau poté superare le linee italiane. Dopo lunghe soste ai vari sottocomandi, il membro della commissione fu portato presso Verona, poi verso Padova e da qui, a bordo di un'auto coperta, alle 13 del 3 novembre raggiunse la villa del conte Vettor Giusti del Giardino, sede del comando dell'esercito italiano.
A Villa Giusti furono condotte le trattative per la conclusione di un armistizio fra il Regno d’Italia e l’Impero Austro-ungarico che ponesse fine alla guerra iniziata il 24 maggio 1915. Queste, condotte da due Commissioni militari, ebbero inizio il 1 novembre 1918 e si conclusero nella tarda serata del 3 novembre. L’armistizio di Villa Giusti fu decisivo per la fine del conflitto poiché provocò un deciso indebolimento dell’Impero Germanico che non intendeva aderire ad alcuna trattativa di pace trovandosi ancora in notevole vantaggio territoriale lungo il fronte francese. La Commissione italiana era diretta dal generale Pietro Badoglio; l’interprete fu Giovanni Battista Trener, cognato di Cesare Battisti.