la pandemia

Un anno dall'inizio della pandemia, anche il Trentino si ferma a ricordare

Fra le iniziative il minuto di raccoglimento negli ospedali trentini e la cerimonia in piazza Duomo

IL RACCONTO: Un anno dall'inizio della pandemia

L'ASSESSORA: I ringraziamenti al personale sanitario

 

 



TRENTO. Una giornata di lavoro diversa da tutte le altre, differente anche dalle tante, troppe, che si sono succedute fin qui da quel 20 febbraio dell’anno scorso, il giorno in cui tutto ha avuto inizio. Una giornata diversa dalle altre perché questo sabato 20 febbraio 2021 celebra, purtroppo, il primo anniversario dall’inizio ufficiale, in Italia, della pandemia che ci ha cambiato la vita.

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I giorni che hanno cambiato l'Italia

La giornata di lavoro negli ospedali trentini è cominciata con un minuto di silenzio (l’immagine si riferisce al reparto di Pneumologia di Arco, una delle prime linee della sanità trentina contro il Covid), iniziativa voluta dall’Ordine degli infermieri e dalla Fnopi per ricordare tutti gli operatori sanitari e in generale tutte i cittadini vittime della pandemia, ma anche per rivolgere un pensiero a chi ha sofferto e ancora soffre. La lotta al virus non solo non è vinta ma ogni giorno richiede nuovi sforzi e ci costringe a pagare un costo sempre più alto in termini di sacrifici. 

In occasione della Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socio assistenziale e del volontariato l'assessora provinciale alla salute Stefania Segnana ha voluto ringraziare medici e infermieri: "Se il sistema sanitario ha retto è grazie a chi ha lavorato in prima linea". 

Fra le iniziative della giornata anche il momento di ricordo, fissato nel tardo pomeriggio, in piazza Duomo. “In questa giornata – il commento del presidente dell'Ordine degli infermieri Daniel Pedrotti - il nostro primo pensiero è rivolto ai molti, troppi, cittadini deceduti e ai loro familiari, a tutti i colleghi che hanno dato ben oltre la professionalità di cui sono capaci e hanno perso la vita per far fronte a un virus che ancora è un pericolo per la salute di tutti e che ancora ci chiede la massima attenzione, il massimo impegno, la massima partecipazione. Un particolare pensiero alle loro famiglie, a cui nessuno potrà più restituire ciò che il virus ha tolto, ma che sicuramente avranno nel loro ricordo, nei loro cuori, l’immagine e l’orgoglio di avere avuto vicino chi ha saputo dare anche la vita per salvare quella degli altri”.

 













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