Vitalizi, primo round agli ex consiglieri
La Cassazione: la competenza è del giudice ordinario. La battaglia potrebbe finire alla Consulta: con tempi lunghissimi
TRENTO. Il primo round del lungo match sui vitalizi va agli ex consiglieri regionali: la competenza a decidere sulla vertenza è del giudice ordinario, ovvero il Tribunale di Trento a cui si erano rivolti i ricorrenti contro la riforma approvata nel 2014. E non, come sosteneva il consiglio regionale attraverso i suoi legali (Giandomenico Falcon e Fabio Corvaja), della Corte dei Conti.
Così si è pronunciata la Corte di Cassazione (a Sezioni Unite) nell’adunanza del 5 luglio scorso. Il contenuto dell’ordinanza è diventato pubblico ieri e gli ex consiglieri hanno subito rivendicato la vittoria: «Il ricorso alla Cassazione - scrive l'Associazione degli ex presieduta da Franz Pahl - era stato promosso per battere la tattica ostruzionistica del consiglio regionale che insisteva sulla competenza della Corte dei Conti». «Questo pronunciamento ha reso giustizia, con il solo rammarico del prezioso tempo perduto per la sollecita definizione della vertenza e per gli interessi della collettività che alla fine dovrà subire gli ingenti costi legali». «Se il consiglio regionale fosse stato sicuro del suo agire - incalza Claudio Taverna, portavoce degli ex - bastava che si rimettesse al tribunale e oggi saremmo già al primo grado. Non solo, avrebbe fatto un’azione di recupero crediti, che avrebbe perso».
Proprio per la riscossione forzosa dei vitalizi non restituiti, l’ex Ufficio di presidenza del consiglio presieduto da Chiara Avanzo aveva deciso di attendere la decisione della Cassazione. Ora bisognerà vedere se il nuovo presidente Thomas Widmann, uno dei falchi della Svp, manterrà la stessa linea.
Dal punto di vista giudiziario, i tempi si annunciano lunghi. Ora i consiglieri hanno a disposizione tre mesi per ripresentare il ricorso, quindi verranno rifissate le udienze e alla prima udienza utile le difese hanno già espresso l’intenzione di presentare questione di costituzionalità della legge 4 del 2014 che ha tagliato i vitalizi d’oro. La principale contestazione degli ex riguarda la retroattività dell’intervento sui vitalizi. Spetterà ai giudici Roberto Beghini, Adriana De Tommaso e Massimo Morandini (che prende il posto di Anna Mantovani, trasferita) decidere se inviare il tutto alla Corte costituzionale, e in questo caso il tutto si fermerebbe per almeno due anni.
Ricordiamo che tra i 62 che hanno presentato ricorso contro la legge 4 del 2014 ci sono quattro tipologie: gli ex consiglieri che contestano i nuovi criteri dell’attualizzazione e devono restituire una parte di quanto incassato; alcune vedove degli ex consiglieri che si sono viste decurtare l’assegno; coloro che non hanno optato per l’attualizzazione e hanno subito un taglio al vitalizio del 28%; infine coloro che, avendo avuto più di un incarico (consigliere e parlamentare) contestano il tetto di 9 mila euro al cumulo dei vitalizi.©RIPRODUZIONE RISERVATA