privilegi

Vitalizi, parte una lunga battaglia giudiziaria

Contro i decreti che ingiungono la restituzione sono già pronti i ricorsi al Tar ma con tutti gli appelli per arrivare alla decisione finale ci vorranno anni



TRENTO. Sta per partire la guerra dei vitalizi. Una guerra lunga e dura che si combatterà nelle trincee rappresentate dalle aule della giustizia amministrativa. Le prime venti lettere con i decreti che chiedono la restituzione di parte degli anticipi già versati sono già giunte a destinazione. A firmarle il presidente del Consiglio regionale Diego Moltrer. Ma solo due consiglieri hanno già ottemperato restituendo quanto richiesto. Altri sette hanno annunciato che verseranno quanto dovuto, ma molti altri hanno già iniziato ad affilare gli artigli. Il presidente dell’associazione degli ex consiglieri Franz Pahl ha già annunciato battaglia. Ha 60 giorni di tempo per depositare il ricorso al Tar contro il provvedimento che gli ingiunge di restituire parte dei soldi ricevuti. Lui ha annunciato il ricorso. Tecnicamente, però, i tempi non sono brevi. Si preannuncia una lunga guerra prima al Tar di Trento e poi al Consiglio di Stato. Innanzitutto Pahl, come tutti gli altri ex consiglieri che decideranno di imitarlo, dovrà chiedere la sospensiva del decreto. In questo modo si chiede al Tar una decisione preliminare, presa in via cautelare. I tempi in questo caso sono più brevi. Entro qualche mese si potrà avere una prima decisione. Da notare, però, che la richiesta di sospensiva è solo cautelare. Ovvero non è una decisione nel merito. Il Tar viene chiamato a decidere se il provvedimento può danneggiare in maniera irrimediabile le persone che lo subiscono. In questi casi, però, trattandosi di semplici passaggi di denaro, il danno irrimediabile sembra difficile da dimostrare. Anche contro il l’ordinanza con cui si decide la richiesta di sospensiva si può presentare ricorso al Consiglio di Stato.

Poi, si passa al merito. Come dice la parola stessa il giudizio affronta la questione nella sua sostanza. Il Tar di Trento è uno dei più veloci in Italia. In meno di un anno dovrebbe dirimere la questione, ma poi ci sarebbe sempre aperta la possibilità di ricorrere al Consiglio di Stato e, in questo caso, i tempi di allungherebbero di molto. Per un ricorso normale ci voglio anche due anni, sempre che tutto vada bene. Quindi la decisione finale sulla riforma che taglia i maxi anticipi potrebbe giungere a ridosso delle elezioni del 2018 influenzandone anche l’esito. Per questo non è solo una questione di soldi.













Scuola & Ricerca

In primo piano