Vitalizi, 37 consiglieri ed ex non hanno restituito un euro
Su 29,4 milioni di euro da recuperare, finora nelle casse della Regione ne sono rientrati 16,8. Sugli altri è braccio di ferro con i ricorsi pendenti
TRENTO. Dopo mesi di niet, la presidente del consiglio regionale Chiara Avanzo rompe il silenzio sulla «privacy dei vitalizi» che aveva fin qui opposto alle richieste di consiglieri e stampa: rispondendo all’ultima interrogazione presentata il 26 agosto dal consigliere del M5S Filippo Degasperi, fornisce tutti i nomi dei consiglieri ed ex consiglieri, quelli che hanno restituito (in tutto o in parte) gli anticipi ricevuti in base alla legge del 2012 e quelli che non hanno ridato indietro nulla di quanto dovuto secondo la riforma del 2014.
Due lunghi elenchi - con la situazione definitiva aggiornata al 21 settembre - che riportano l’ammontare esatto delle cifre e la situazione di ciascuno: chi ha scelto di fare un bonifico sul conto della tesoreria del consiglio, chi ha ceduto le quote del Fondo Family, chi (tra i consiglieri in carica che non avevano i requisiti anagrafici per il vitalizio) ha preferito restituire versando un contributo mensile detratto dall’indennità, e chi (come l’ex governatore oggi deputato Lorenzo Dellai) ha chiesto di versare a rate.
I conti. Il conteggio finale dice che su 29,4 milioni di euro da recuperare, finora sono rientrati 16,8 milioni di cui 4 milioni liquidi e la maggior parte (12,8) di quote del Fondo Family restituite alla Regione. All’appello mancano dunque quasi 13 milioni che nemmeno l’ultima diffida (spedita a inizio agosto a firma dei presidenti Ugo Rossi e Chiara Avanzo) ha consentito di riportare nelle casse regionali. Sarà un giudice, prevedibilmente non prima di un anno, a dire chi ha ragione tra il consiglio regionale che ha approvato la legge e i 62 consiglieri (comprese alcune vedove) che hanno fatto ricorso.
Gli ex che hanno restituito.Su 87 ex consiglieri che percepiscono il vitalizio sono 58 quelli che hanno restituito almeno una parte di quanto dovuto. Ad aver staccato gli assegni più pesanti (tramite bonifico) sono gli altoatesini Erich Achmuller (249 mila euro restituiti sui 340 mila ricevuti come anticipo) e Rosa Werth (162 mila euro su 323 mila), seguita dal trentino Remo Ferretti con 60 mila euro. La maggior parte degli ex ha scelto la restituzione tramite le azioni del Fondo Family: 319 mila euro Pino Morandini, che dopo aver presentato il ricorso ha cambiato idea e lo ha ritirato; 300 mila euro l’ex vicepresidente della Provincia Roberto Pinter, 210 mila euro Tarcisio Grandi, 227 mila euro Mauro Leveghi. Caterina Dominici, ex consigliera Patt, è tra i ricorrenti ma ha restituito i 49 mila euro richiestigli dalla legge. In due casi - gli ex consiglieri Nicolò Cadonna e Mario Pollini - l’importo viene restituito attraverso il recupero mensile del 50% dell’assegno (finora sono stati versati da ciascuno 11.232 euro).
I virtuosi. Ci sono anche i virtuosi, come gli ex consiglieri Aldo Marzari (Pci) e Paolo Tonelli (Democrazia Proletaria), che - si legge nella risposta della presidente Avanzo - hanno ceduto tutte le quote possedute del Fondo Family (255 mila euro a testa), in parte a copertura dell’importo richiesto dalla legge (136 mila euro per Marzari e 148 mila per Tonelli) e per la differenza a titolo volontario: del resto non hanno di che lamentarsi, entrambi godono di un vitalizio mensile di 2.900 euro, seppur ridotto rispetto ai 4.100 euro che percepivano fino a due anni fa. C’è poi il caso di Roberto Franceschini, consigliere dei Verdi per due legislature, che ha restituito i suoi 34 mila euro di anticipo comprensivi dei 70 euro di interessi maturati.
Chi manca all’appello. Sono in 29 a non aver restituito nulla: tra loro spiccano nomi di peso come l’ex presidente della Provincia Carlo Andreotti (202 mila euro da restituire), l’ex vicepresidente della Regione Margherita Cogo (242 mila euro), gli ex assessori Mario Magnani (186 mila) e Sergio Muraro (236 mila),gli ex consiglieri Mauro Delladio (462 mila euro), Claudia Piccoli (181 mila), Claudio Taverna (186 mila). Tra gli altoatesini l’ex governatore Luis Durnwalder (186 mila euro da restituire), l’ex senatore Oskar Peterlini (338 mila euro), gli ex assessori Luigi Cigolla (112 mila euro) e Michele Di Puppo (40 mila euro), gli ex consiglieri Giorgio Holzmann (345 mila), Bruno Hosp (138 mila) e Alois Kofler (130 mila).
Diritto non maturato. Sono 40 i consiglieri ed ex che all’entrata in vigore della riforma dei vitalizi non avevano ancora maturato l’età anagrafica per avere diritto all’assegno e quindi devono restituire l’intero anticipo: alcuni sono ancora in carica (è il caso degli assessori provinciali trentini Mauro Gilmozzi e Tiziano Mellarini, del vicepresidente del consiglio provinciale Walter Viola e del vicepresidente del consiglio regionale Thomas Widmann), altri sono stati eletti in parlamento (Lorenzo Dellai, Franco Panizza e Sergio Divina). Sono 8 quelli che non hanno ridato indietro nulla del dovuto: Denis Bertolini e gli altoatesini Rosa Zelger Thaler, Walter Baumgartner, Martina Ladurner, Michael Laimer, Mauro Minniti, Hanspeter Munter, Juliane Unterberger.