l'inchiesta

Violenze sulla moglie, condannato

Due anni e sei mesi di reclusione e risarcimento di 20mila euro per un trentino



TRENTO. Due anni e sei mesi di reclusione e un risarcimento di 20mila euro all’ex moglie. Questa la condanna che il giudice di Trento ha comminato ad un uomo della Valle dei Laghi accusato di violenza sessuale nei confronti dell’ex moglie. A denunciarlo proprio la donna, che gli ha dato un figlio e che per tutta la durata del loro rapporto ha rivelato d’aver vissuto in una condizione di inferiorità fisica e psicologica. Nello specifico, i fatti per cui l’uomo è stato condannato sarebbero avvenuti quando le pratiche di separazione erano già iniziate. Ma il marito, evidentemente, non voleva rassegnarsi alla fine del matrimonio, tanto da minacciare più volte la donna. Ma non si sarebbe limitato a questo. Ci sarebbero stati almeno due episodi di violenza sessuale: l’uomo, infatti, avrebbe preteso un rapporto completo nonostante i ripetuti «no» dell'ex moglie. In una caso avrebbe usato anche la forza pur di ottenere ciò che voleva. Davanti all’ennesimo, disperato rifiuto della compagna, infatti, l’avrebbe prima picchiata, sbattendole la testa contro la testiera del letto, poi si sarebbe chiuso a chiave con lei nella camera da letto e lì si sarebbe consumata la violenza. In un’altra occasione, l'uomo sarebbe entrato in casa e nonostante ci fossero nell'appartamento anche tre minori, avrebbe preteso di avere un rapporto sessuale. In quel momento, la donna, che anche in precedenza aveva cercato di respingere le sgradite avances dell’ex amato, era chiusa nel bagno e si trovava nella vasca. Ma neppure la porta chiusa a chiave era riuscita a fermare l'uomo che l'avrebbe sfondata violentando un'altra volta la moglie.

Come spesso accade in casi analoghi, il marito alterava momenti di vera e propria furia, ad altri in cui sembrava più conciliante nei confronti della moglie. Comportamento che spesso induce le vittime di violenze a ritardare o, ancor peggio, a non denunciare i loro carnefici, nella speranza che questi possano calmarsi e cambiare atteggiamento. Speranze che nella quasi totalità dei casi vengono disattese. E così, nella primavera dello scorso anno, la donna ha preso coraggio e ha denunciato i due episodi di cui era rimasta vittima.

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