«Via Paoli, noi commercianti di serie B»

La «Notte verde» per rilanciare una zona della città dimenticata. Ma servono nuovi arredi e un evento di richiamo


di Nicola Filippi


ROVERETO. Su un punto, la gran parte dei commercianti di via Paoli concorda. Corso Rosmini sta a Rovereto come la Quinta strada per New York, ma è anche una sorta di barriera “psico-fisica”. Oltre la quale non si spingono i visitatori, dove non si appoggiano gli occhi dell’amministrazione e del Consorzio iniziative. L’ombelico resta il centro storico, «tutto il resto è noia», griderebbe “er Califfo”. Eppure il primo centro commerciale diffuso nacque proprio in via Paoli, nel 1982. In piazza Indipendenza campeggia lo storico cartellone che ricorda la "chiocciola" - ideata da Bruna Masiero, per tutti "la Paoletti", antesignana della chiocciolina dell’attuale email -, scelta a simbolo del centro commerciale diffuso di via Paoli. «Noi operatori avevamo scelto la chiocciola perché stava a significare che i prezzi nei nostri negozi crescevano lentamente, alla velocità della lumaca», racconta Gianni “Obama” Aldrighettoni, il vulcanico patrono dei negozianti della zona. Via Paoli, fra sei giorni, vivrà la "Notte verde".Una lunga giornata che dovrebbe rappresentare la rinascita di un quartiere che nel corso degli anni è diventato sempre più «grigio».

Per tastare il polso della situazione, siamo andati a fare quattro chiacchiere con gli operatori commerciali di via Paoli. I “desiderata” verso il Comune non necessitano di mega investimenti finanziari: arredo urbano rinfrescato, più panchine, il verde più curato, un parco giochi per i bambini. Infine «un appuntamento fisso settimanale in piazza Indipendenza - sostiene Mauro Piccoli dell’omonimo negozio di gastronomia - con il mercato contadino o biologico. Ci siamo resi conto delle potenzialità del mercato del martedì quando avevano spostato in questa zona le bancarelle». Da semplice strada di passaggio per le auto, dirette in centro, via Paoli brulicava di gente. «Piazza Indipendenza andrebbe ripulita, dove concentrare eventi di richiamo. Noi negozianti saremmo anche disponibili ad allungare gli orari di apertura continuata». Ma secondo Piccoli per creare più eventi dovrebbero partecipare alle spese finanziarie anche chi possiede una farmacia, chi ha uno studio notarile o legale o medico: «Tutti assieme dobbiamo concorrere a rendere più vivibile il quartiere».

Poco distante, in via Bezzi (22), alla Casa Arredo Zanini, Wilma Zanetti chiede «più proposte, anche al Consorzio iniziative al quale siamo iscritti, questa zona deve essere sfruttata di più». La milanese Germana Andreolli, dal negozio “Non solo pane”, in via Paoli, non cerca la «guerra fratricida», ma sostiene che «corso Rosmini rappresenta uno spartiacque fisico per i visitatori e per gli organizzatori di eventi, non basta una festa per rinnovare un quartiere, serve più democrazia nelle scelte, una distribuzione più omogenea degli eventi», concorda Pierluigi Ciaghi. Chi chiede spazi verdi, un parco giochi, un arredo urbano più fresco, sono Susanna Dossi di Gelatomania, Mariella Calderone del negozio di giocattoli per bambini “Città del Sole” e Daniela Bran del Caffè Silver. «Qui davanti si fermano tante famiglie, qualche gioco per i bambini sarebbe utile nel parco», sostiene Daniela. «Qui siamo isolati da tutti gli eventi, anche durante il Natale- replica Mariella - le manifestazioni sono tutte concentrate in centro storico. Stesso discorso per le aperture domenicali, tutti i negozi di via Paoli restano chiusi». «Servono arredi più belli - sostiene Susanna - ci piacerebbe organizzare più iniziative, ma siamo dimenticati. La domenica è il deserto». «Piazza XXV aprile ha un’acustica perfetta per i concerti, ma purtroppo ci sono le campane dei rifiuti - spiegano Ada e Luigi Scottini del negozio di abbigliamento - siamo sempre dimenticati da tutti, ma la piazza potrebbe essere sfruttata meglio». Massimo Paternoster della pizzeria Napoli aspetta la “Notte verde” per «rilanciare il quartiere, noi ci crediamo, ma servono più accessibilità e spazi verdi più curati».

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