Ungulati, record di investimenti
In Giudicarie fino a novembre sono 71 gli incidenti, uno ogni 500 abitanti contro la media provinciale di uno ogni 1000
GIUDICARIE. Ormai fanno più vittime dei cacciatori. In Giudicarie i diretti antagonisti degli appassionati di caccia, sono gli automobilisti. Almeno per quanto riguarda caprioli e cervi. Lo dicono le statistiche. Nei primi undici mesi dell’anno, sono più di settanta gli ungulati caduti sotto le ruote di un’automobile: 52 caprioli e 19 cervi. Un incidente e mezzo alla settimana. Un record difficilmente uguagliabile. Gli incidenti di fauna selvatica, in tutto il Trentino, raggiungono una media annua di 430 capi. Con il record storico di 616 nel 2008. Uno ogni 1.000 abitanti, contro uno ogni 500, nelle valli di Tione e dintorni.
La nostra Provincia, diveramente da altre regioni d’Italia, in base alla legge provinciale 24/1991, garantisce un rimborso pari al 70%. Ma al di là dei danni materiali, che possono essere anche molto rilevanti quando si tratta di grossi ungulati come cervi, il vero problema è rappresentato dalla pericolosità dei “corridoi faunistici”: i tratti di strada dove gli attraversamenti sono più frequenti, di cui le strade delle valli dell’ex C8, sono zeppe. Così che gli incidenti più frequenti si registrano non solo in Valle del Chiese, area notoriamente a rischio per una presenza molto elevata di animali selvatici. Ma anche nella Busa di Tione, in Val Rendena e nel Banale. Le aree più a rischio però rimangono Condino e Tione, dove gli incidenti sono all’ordine del giorno. A Condino, due sono le zone più pericolose: la piana di Mon a sud, e il tratto di strada che parte dall’area artigianale del torrente Giulis, fino alla centrale di Cimego, sulla statale 237 del Caffaro. Due tratti dove il Corpo forestale ha rilevato 18 investimenti, solo quest’anno. A ruota segue Tione, con 14 incidenti denunciati, tra cui 6 cervi. Dove bisogna prestare maggior attenzione è tra Saone e la chiesetta di San Giovanni, sempre sull’asse primario che collega Trento. A ruota seguono Pinzolo (nella piana sotto Giustino) con 9 investimenti e Pieve di Bono (dopo la frazione di Cologna) con 8.
I più pericolosi sono i cervi, in quanto, come conferma il Giacomo Antolini, capo Distretto Forestale di Tione, hanno una stazza imponente e capaci di produrre danni rilevanti. «Purtroppo – conferma il funzionario del distretto – il fenomeno è difficile da arginare, anche perché sistemi efficaci, non se ne sono ancora trovati». «Abbiamo provato anche con i rifrangenti ottici rovesci, che riflettendo la luce dei fari verso il bosco, dovrebbero fungere da dissuasori in grado di spaventare la selvaggina. Ma si sono rivelati di scarsa utilità». Il rimedio più utile, dice, rimane la prudenza. Anche se, non sempre è facile evitare un animale che improvvisamente ti sbarra la carreggiata. Un consiglio ripetuto anche nella “Guida responsabile”, edita dal Servizio Strade della Provincia con la Lipu. Secondo i dati del Corpo forestale, in pratica, non c’è mese esente da incidenti di questo tipo. Cresce così il numero dei cittadini che fa notare, come in vari Paesi europei vengono predisposti attraversamenti obbligati, intervallati da sottopassi. «Purtroppo qui da noi – dice Antolini – di difficile applicazione. Per via dei costi, e dell’estensione viaria».