Un tombino come ariete contro le vetrine Unicredit

Raid nella notte contro sei finestre. Un testimone ha visto due ragazzi con il viso coperto da una sciarpa e un berretto. Indagano i carabinieri



TRENTO. Erano in due con il volto coperto da una sciarpa, un berretto come quello da baseball in testa e per maggior precauzione anche il cappuccio della felpa ben sistemato. Hanno preso un chiusino di ghisa (la copertura dei tombini) che hanno usato come un’ariete per spaccare una dopo l’altra le sei vetrine della banca Unicredit di piazza Santa Maria Maggiore. E poi sono scappati. È successo nella notte fra venerdì e sabato ed erano circa le 1.30 quando è partito l’allarme. A fornire le prime indicazioni sugli esecutori del danneggiamento, un testimone oculare e ci si aspetta un po’ di aiuto anche dalle riprese delle telecamere della zona.

Dare un’etichetta a quanto successo per ora è difficile. Non ci sono state rivendicazioni, non è stata lasciata nessuna firma chiara ma sembra chiaro che non si sia trattato di due ubriachi che non sapevano come passare il venerdì sera visto che non è stata colpita una sola vetrata della banca ma tutte sei, sia quelle che si affacciano su piazza Santa Maria Maggiore che quelle che danno su via Prepositura. I danni sono ancora da quantificare ma è facile immaginare che sostituire quelle vetrate non sarà poi così economico. Essendo anti proiettile non sono andate in frantumi ma il segno del getto del chiusino appare chiaro e ha richiamato l’attenzione di numerose persone che ieri sono passate nella zona.

L’allarme notturno è arrivato alla centrale operativa dei carabinieri che hanno fatto subito un primo sopralluogo assieme ai colleghi della polizia. Pochi allo stato gli elementi in mano agli investigatori per cercare di arrivare a dare un volto e un nome a chi ha messo in atto il danneggiamento. C’è il racconto del testimone oculare ma i due erano così travisati che non ha potuto notare un particolare o un dettaglio che possa essere utile in un riconoscimento. La sciarpa copriva infatti gran parte del viso e la visiera del berretto impediva di vedere anche gli occhi. Come ulteriore copertura pare che i due avessero alzato anche il cappuccio della felpa. Insomma erano coperti che più coperti non si può e tutto era stato fatto per rendere la loro identificazione il più difficile possibile. Ora saranno esaminate anche le telecamere di sicurezza della zona. Quelle della stessa banca ma pure quelle di altri esercizi commerciali e da lì potrebbe magari arrivare un aiuto per gli investigatori.

Se non ci sono firme chiare c’è la possibilità che si tratti di un atto vandalico di matrice anarchica visto che Unicredit era già entrata nel mirino del gruppo. In diverse occasioni, infatti, erano stati danneggiati o incendiati i bancomat di questo istituto di credito.

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