«Un solo profugo a Riva? Sì, è poco. Ma dai privati non viene nessun aiuto»
Il sindaco Adalberto Mosaner non vuole passare per egoista: «Il Comune non ha immobili e anche i nostri giovani cercano»
TRENTO. Un solo richiedente asilo in tutto il territorio comunale. Riva del Garda, uno dei centri più ricchi del Trentino, la perla del lago, con strutture ricettive a cinque stelle per chi può pagare conti salati, non ha posto per disperati della terra. Non che nei comuni vicini si faccia molto di più. In tutto l’Alto Garda, i profughi ospitati sono 56 di questi ben 35 vivono ad Arco. Ma Riva brilla per la mancanza di accoglienza. Il sindaco Adalberto Mosaner però non ci sta a passare per egoista. Sottolinea che nella sua città anche giovani coppie o residenti in cerca di case in affitto non trovano appartamenti e aggiunge che i privati ormai tendono ad affittare sempre di più ai turisti. Ormai anche sul lago conviene mettere la propria casa su Airbnb per cercare di affittarla. Ma intanto i giovani richiedenti asilo arrivati rischiando la vita languono in freddi container o in camerate di caserme. Però, guai a parlare di egoismo. Gli affari sono affari.
Sindaco, Riva del Garda non ci fa una bella figura ad accogliere solo un migrante. Possibile che non c’è posto?
Sì, è possibile. Non abbiamo strutture pubbliche per ospitare i richiedenti asilo.
Neanche un posticino, una caserma, o qualcosa di simile?
Di caserme ne abbiamo due. Ma una ospita una scuola ormai da molti anni e l’altra è dell’esercito che la usa per il soggiorno dei militari che tornano dalle zone di guerra come l’Afghanistan. Poi c’è la vecchia colonia Miralago in fascia lago, ma è cadente e rischia di crollare, certo non è utilizzabile per ospitarci qualcuno.
Sì, ma capirà che Riva non ci fa una bella figura. Tutti gli altri grandi comuni del Trentino cercano di fare la propria parte e voi no.
Quello che cercheremo di fare sarà sollecitare i privati a mettere a disposizione case e immobili. Ho già sentito l’assessore provinciale e abbiamo intenzione di organizzare degli incontri pubblici per spiegare quali sono le opportunità a disposizione. Certo, in questo momento sarà molto difficile. Non ci sono case in affitto neanche per i residenti. Ormai i proprietari preferiscono affittare gli immobili sulle piattaforme internet come Airbnb o Booking. Non ci sono rischi e in pochi mesi si incassa più che in un anno di affitto normale.
Ma che i privati non abbiano interesse può anche sembrare normale, quello che è più difficile da capire è che non ci sia un qualche appartamento pubblico per dare alloggio a questa gente.
Non ne abbiamo. Non abbiamo strutture pubbliche in grado di ospitare i richiedenti asilo. Per questo dobbiamo rivolgerci ai privati e chiedere di mettere a disposizione i loro immobili.
Ma visto che non conviene sarà difficile che troviate privati disposti a dare appartamenti.
Il mercato immobiliare a Riva è in lieve ripresa. Ci sono anche gli stranieri che hanno ripreso a comprare casa qui a Riva. Poi gli affitti brevi danno la possibilità di guadagnare. Ripeto: non ci sono case nemmeno per i residenti. Però, noi ci proviamo lo stesso.
Negli anni scorsi come è andata?
Avevamo prima tre appartamenti e adesso ne abbiamo uno solo. Un trend che è dovuto proprio al fatto che i proprietari preferiscono affittare ai turisti. Non ci sono neanche alberghi disposti a ospitare i profughi.
Però quello che ha detto il vescovo l’altro ieri a Marco l’ha visto anche lei. Lasciare tutti quei ragazzi in quelle condizioni non è umano.
Sì ho visto le parole del vescovo e anche per questo ci daremo da fare. Cercheremo di trovare il maggior numero di appartamenti possibile. Ma Riva è una città turistica e ci sono oggettive difficoltà.
Con poche speranze, mi par di capire
Noi ce la metteremo tutta. Insieme alla Provincia cercheremo di far capire che ci sono anche delle opportunità. Il guadagno è certamente più basso rispetto agli affitti turistici, ma ci sono anche altre cose da considerare e cercheremo di comunicarle. Del resto, non è colpa nostra se non ci sono strutture pubbliche che possano ospitare i profughi. Noi facciamo quello che possiamo che è cercare di convincere i privati a dare gli alloggi.