Un «fiume» di studenti per la legalità

Oltre millecinquento dagli istituti di Rovereto e di Ala si sono ritrovati sul Colle di Miravalle per dire no alle mafie


di Nicola Filippi


ROVERETO. Quando sono i ragazzi a portare in piazza, spontaneamente, il proprio dissenso contro tutte le violenze, contro tutte le mafie, senza tanti politicismi o rancidi slogan, il successo è assicurato. E così è stato anche ieri mattina per la marcia della legalità: un “fiume” di studenti (dalle scuole medie di Ala agli istituti superiori roveretani), ricco di sorrisi, ma anche di sguardi pensosi, di un clima di gioia, ma anche di profonda riflessione. Perché, come ha ricordato uno dei liceali, «la mafia al Sud esiste ancora, è infiltrata nei governi dei paesi e delle città, è ancora presente e uccide, ma bisogna combatterla con atti forti, basta con le parole, ora servono atti concreti». Ne è seguito un lunghissimo applauso, della forza di un boato, scatenato da oltre millecinquecento studenti, amplificato dall'anfiteatro della Campana. Quella di ieri era una giornata triste per l'Italia. Non solo per il recente attentato di Brindisi, dove è morta la giovane Melissa Bassi (16 anni) e ferito sei suoi compagni di liceo. Ma anche perché ricorreva il ventennale della strage di Capaci, quando la “Piovra” fece saltare in aria il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della sua scorta. Gli studenti di Rovereto e della Vallagarina, sul Colle di Miravalle (assieme al presidente Bisoffi e ai sindaci della Vallagarina) si sono uniti idealmente ai loro compagni di studio pugliesi e del Sud, nel nome della legalità, della pace, «per costruire e credere in un futuro migliore». Organizzata nel giro di poche ore, con un fitto scambio di e-mail fra i dirigenti scolastici, la marcia (patrocinata dalla Comunità di valle e dal Comune di Rovereto) «ha avuto un successo oltre ogni aspettativa», ammette il dirigente del liceo Rosmini, Francesco De Pascale. «È la giornata della memoria, ma è la giornata di cui fare memoria - dice ancora - un successo che ha stupito tutti. Il risultato è stato eccezionale e, a tratti, anche commovente». Una marcia nata spontaneamente dai ragazzi, che hanno dimostrato che «quando si mettono sono capaci di impegnarsi in maniera intelligente». Il dirigente del Rosmini spinge il pensiero oltre. «Qualcuno ha detto che la marcia verso le legalità è una marcia che va avanti ogni giorno. Noi oggi abbiamo fatto un grosso passo avanti, ma dobbiamo marciare anche nei giorni a venire. Come istituzioni scolastiche, se riusciamo a continuare a condividere momenti di questo tipo, riusciamo a trasmettere un messaggio forte», ha concluso De Pascale. Dopo gli interventi del reggente della Campana, Alberto Robol, e il magistrato Pasquale Profiti (di cui scriviamo accanto), gli studenti hanno letto i nomi di tutte le vittime delle mafie. A conclusione della marcia, il suono a distesa di “Maria doles”. Per non dimenticare. Mai.

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