Un capannone pericolso abbandonato in via Paludi

Mancano le recinzioni al manufatto costruito (e mai utilizzato) oltre vent’anni fa Il proprietario dovrebbe allagare la strada, ma una controversia blocca tutto



PERGINE. Da oltre vent’anni è lì incompiuto. Si trova in via Paludi, a pochi metri dalla rotatoria dei Dosseti, all’interno, lungo una stradina che nel primo tratto è aperta al traffico, e poi diventa ciclabile fino alla stessa rotatoria dei Dosseti, in parallelo a via al Lago, la strada che costeggia l’area produttiva. Solo che il piano per l’intera zona, rimasto inattivo per dieci anni, è scaduto da un paio. E dentro l’area, ci sono situazioni anomale oltre che pericolose per lo stato delle cose.

In particolare, appunto dal 1991, c’è un manufatto industriale incompiuto appoggiato (nella parte di testa) di una serie di abitazioni a schiera. Tra l’altro anche la viabilità lascia a desiderare, sia per l’accesso a queste abitazioni, sia perché il piano attuativo prevede la realizzazione di una strada a carico del proprietario del manufatto-capannone (circa 20 metri per 10). Il caso è approdato in sede consiliare in quanto veniva denunciata una situazione pericolosa nei confronti dell’incolumità pubblica. Autore il consigliere Renato Nisco.

Il terreno antistante il capannone non è recintato come dovrebbe e l’accesso è facilissimo e quindi anche al capannone e ai locali interni nonché alla rampa del garage realizzato sotto il capannone. Con tutte le conseguenze prevedibili. Nisco ha chiesto la destinazione urbanistica dell’area, la possibile riconversione del manufatto nonché gli interventi necessari per mettere in sicurezza l’area. Dalla risposta dell’assessore Giancarlo Conci è emerso che la situazione è particolarmente complessa anche perché da anni si trascina una controversia legale tra il costruttore-venditore e l’acquirente (titolare di un’azienda che nel frattempo si è trasferita altrove). Sta di fatto che l’area antistante all’entrata è aperta a tutti, che è edificabile (B2, di integrazione completamento) e che prevede come opere di urbanizzazione primaria, l’allargamento della strada esistente dotandola anche di marciapiede, ma la proprietà non è tutta del proprietario del manufatto, al quale spetta la realizzazione della strada. Una situazione quindi particolarmente ingarbugliata che si presenta pericolosa perché non c’è la minima recinzione. Conci ha fatto sapere che il Comune si è attivato perché si trovi una soluzione. Per quanto riguarda invece la recinzione, è stata interessata la polizia locale perché ingiunga al proprietario di provvedere e mantenerla efficiente fino al completamento dei lavori. Purtroppo, il contenzioso si concluderà con tempi biblici. (r.g.)













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