Un camoscio ucciso nei campi lungo l’Adige

Il cacciatore ha sparato con una doppietta e non con la carabina come prescritto L’animale probabilmente ferito dai pallini è fuggito e poi morto dissanguato



ROVERETO. Probabilmente è morto dissanguato l’esemplare di camoscio trovato nelle campagne tra l’Adige e l’autostrada nella zona sotto Isera. Dissanguato perché colpito da un cacciatore che ha sparato con una doppietta, vietata dalla legge per la caccia agli ungulati, e non con un fucile a palla. A trovare l’animale privo di vita è stato un agricoltore che si è recato nella sua campagna. Da lontano gli è sembrato di vedere una capra poi quando si è avvicinato ha capito che si trattava di un camoscio. Subito sono stati avvertiti i guardia caccia che hanno poi avvisato la stazione forestale di Mori competente per territorio. L’ipotesi più accreditata è che il cacciatore durante una battuta di caccia agli uccelli ha scorto il camoscio e, nonostante gli fosse proibito, ha abbracciato la sua doppietta per sparargli. E così ferito, la rosa di pallini non può averlo ucciso sul colpo, l’animale è fuggito andando a morire dissanguato qualche centinaio di metri più distante dal luogo dove è stato colpito.

La presenza dei camosci nel fondovalle, come conferma il comandante della stazione di Mori Giuliano Maraner, non è così inusuale: «Il camoscio si adatta all’ambiente del fondovalle dove durante la stagione fredda trova più abbondanza di cibo per poi salire in quota durante l’estate: la sua presenza è in aumento. L’area faunistica dello Stivo è popolata di camosci che vengono regolarmente censiti per stabilire l’aliquota sulla quale sono possibili gli abbattimenti».(g.r.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano