tra storia e turismo

«Tutti i forti trentini in rete»

Incontro fra l’assessore Mellarini e i sindaci che ospitano le fortificazioni



TRENTO. «E’ importante lo sforzo che il Trentino ha fatto e continuerà a fare per recuperare alla memoria queste vestigia, questi segni concreti, monito di un passato che non deve tornare mai più. Non solo: credo che la rete dei forti e delle fortificazioni trentine debba diventare un vero e proprio marchio, capace di coinvolgere in particolare il mondo delle scuole e dei giovani». Così Tiziano Mellarini, assessore alla cultura della Provincia che ieri ha incontrato i sindaci delle località del Trentino che ospitano, sul loro territorio, forti e fortificazioni che necessitano, in modi certamente diversi, di servizi di sorveglianza e biglietteria. L’obiettivo dell’incontro era quello di raccogliere esigenze e problematiche, anche le più diverse, per poi affidare alla Fondazione Museo storico del Trentino la proposta di un modello gestionale unitario di valorizzazione.

Un modello, si è detto, che dovrà essere un misto tra partecipazione pubblica e valorizzazione del volontariato accanto, peraltro, alle realtà private. Hanno fatto sentire la loro voce i primi cittadini di Trento (per quel che riguarda la rete della "cittá fortificata"), Levico Terme con il Forte delle Benne; Tenna con il suo forte; Lavarone con forte Belvedere; Luserna con Campo Luserna; Trambileno con il forte di Pozzacchio; Riva del Garda con il sistema del Ponale e del Brione; Vermiglio con forte Strino; Grigno con il "trincerone". Impossibilitati ad intervenire - anche se hanno fatto pervenire osservazioni e proposte - i sindaci di Predazzo con forte Dossaccio; Lardaro con forte Larino e Praso con forte Corno.













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