Troppi rumori, Trento taglia i decibel

Nuova mappa acustica della città: 15 aree critiche dove convivono case e fabbriche


Chiara Bert


TRENTO. Autostrada, tangenziale, ferrovia, fabbriche, ma anche locali notturni, bar, ristoranti, negozi, perfino gli impianti di condizionamento. In una città sempre più urbanizzata le fonti di rumore si moltiplicano e i cittadini fanno i conti con un inquinamento per troppo tempo sottovalutato, quello acustico. Il Comune è pronto ad intervenire per governare il fenomeno e contenere il livello di emissioni entro una soglia tollerabile.

La mappa. A distanza di 17 anni dall'attuale zonizzazione, il Servizio ambiente di palazzo Thun ha completato la nuova mappa acustica che definisce i limiti da rispettare in ogni zona del territorio. Il documento è stato presentato lunedì scorso alla giunta e ora proseguirà il proprio iter in commissione per poi approdare in consiglio. «La sua valenza - spiega l'assessore Michelangelo Marchesi - è soprattutto per il futuro, ci consentirà di pianificare in modo coerente con i nuovi limiti e per ogni opera o infrastruttura che si andrà a realizzare dovrà esserci una valutazione acustica. Fino a oggi, privilegiando l'esigenza di realizzare, questo aspetto è stato a volte sottovalutato».

Comparti critici e zone «cuscinetto». Partendo dalla situazione esistente (zone abitate, densità di popolazione, strade e ferrovie, presenza di attività industriali, commerciali e uffici), il territorio cittadino è stato suddiviso in comparti sulla base di 6 classi acustiche individuate per legge, che corrispondono a diverse soglie di rumore: si va dalle zone a bosco, alle «aree protette», quelle su cui insistono ospedali, scuole, parchi (e dove ci sono i limiti più bassi, 50 decibel di giorno e 40 di notte) per arrivare fino alle aree «esclusivamente industriali» (dove non ci sono insediamenti abitativi e sono ammessi 70 decibel sia di giorno che di notte). In mezzo ci sono le aree «prevalentemente residenziali», quelle «di intensa attività umana» e quelle «prevalentemente industriali». I problemi nascono dove attività molto rumorose (in primis quelle industriali e i grandi assi viari) convivono vicini ad aree residenziali che sono cresciute negli anni. Nel caso di due aree confinanti con più di una classe acustica di distanza, il Comune interviene creando delle «zone cuscinetto» di 50 metri su cui viene imposto un limite di decibel intermedio. Dalla mappatura sono emersi però una quindicina di comparti critici, quelli dove il salto è troppo ampio per introdurre una fascia di rispetto: si tratta di zone concentrate soprattutto tra Gardolo e Spini, ma anche a sud nella zona di via Ragazzi del 99.

I piani di risanamento. Là dove la nuova mappa individua i problemi, il regolamento prevede azioni di contenimento delle emissioni: si va dalle barriere antirumore all'isolamento acustico di macchinari, all'insonorizzazione di interi immobili. «Interventi molto costosi e spesso parziali», ammette realistico l'assessore. Per chi non rispetta i limiti, e non mette in campo le azioni di risanamento, scatteranno le sanzioni.













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