Troppe galline nel capanno, imprenditori a processo
Per l’accusa avevano un numero eccessivo di ovaiole nell’azienda agricola ma il giudice ha ritenuto che non ci fosse alcun danno ambientale
TRENTO. Per 311 galline di troppo hanno rischiato di essere condannati. Due imprenditori delle Giudicarie sono finiti a processo con l’accusa di aver stipato troppe ovaiole nel loro capannone. Per gli ispettori dell’Appa, così facendo avrebbero aumentato l’inquinamento e avrebbero anche peggiorato le condizioni di vita delle galline. Inoltre, i due non avrebbero rispettato le prescrizioni della stessa Appa che aveva dato loro l’autorizzazione per circa 60 mila galline, mentre loro sono arrivati a 60.311 volatili. I due imprenditori, però, hanno dimostrato tramite il loro avvocato, Marco Vernillo, che lo spazio era sufficiente e, comunque, idoneo. Niente a che vedere, quindi, con il film per bambini «Galline in fuga». I due imprenditori non avevano realizzato nessun lager per galline. E non c’era neanche un inquinamento eccessivo. Per questo motivo, il giudice Carlo Ancona ha accolto le tesi difensive dell’avvocato Vernillo e ha assolto i due imprenditori.
I due titolari dell’azienda se l’erano vista abbastanza brutta quando avevano ricevuto un decreto penale di 1.600 euro a testa. Si sono rivolti all’avvocato Vernillo che ha presentato opposizione. Così il caso è finito davanti al giudice Ancona per il giudizio abbreviato. Secondo l’accusa, i due imprenditori non avrebbero rispettato l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata all’azienda il 31 luglio dell’anno scorso. In quel frangente, l’azienda aveva ampliato i propri capannoni ed era passata da una capacità di 40 mila galline a una di 60 mila. Il successivo sopralluogo dei tecnici dell’Appa, però, aveva verificato che nei capannoni c’erano più di 60 mila galline. Al momento dell’ispezione ce n’erano 60311. Così è scattata la denuncia all’autorità giudiziaria. Il difensore, però, ha dapprima dimostrato che, in fase di realizzazione del nuovo capannone, erano state ridotte le dimensioni dei nastri trasportatori che portano fuori dalla struttura le feci delle galline. In questo modo, non era stato ridotto lo spazio vitale per le galline. Inoltre, l’avvocato ha sostenuto che, sul totale delle galline, quelle in eccesso erano appena lo 0,5 per cento. Una quantità minima che può rientrare nella stessa generica espressione della Appa che, nell’autorizzazione integrata ambientale, parlava di circa 60 mila galline. Il giudice ha accolto queste tesi e ha assolto i due imprenditori.
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