Trento: viaggio tra i forzati del gioco d'azzardo
Una giornata nei moderni casinò dove le slot machines ingoiano soldi
TRENTO. «Questa sala gioco apre alle 7 e chiude alle 2». Il gioco d'azzardo non chiude mai, neanche a Trento. Il display digitale di tutte le macchine in linea segna il montepremi del Megajackpot. Alle 3 e mezzo del pomeriggio di ieri si potevano vincere 383.758 euro, mezz'ora dopo già il montepremi era salito di 10 mila euro. Sono le macchine collegate in rete in tutta Italia, le cosiddette Vlt, videolottery terminal, la nuova diavoleria inventata per allettare i gocatori. E i giocatori eccoli qua, come ipnotizzati da quei numeri che continuano a girare, quelle cifre che continuano a salire. Entrando nella sala Bingo di via Suffragio li vedi. E' il primo pomeriggio, eppure una trentina di persone è già intenta a seguire le continue estrazioni del Bingo. Ognuno al suo tavolino con i camerieri col gilet rosso che si aggirano a prendere le ordinazioni. In fondo a destra, la sala delle slot machines. Moquettes a terra, buio perché è provato che questi giocatori amano l'oscurità, come se si vergognassero. Un'anziana cambia venti euro in monetine alla macchina cambiasoldi. Due immigrati sorridono e continuano a pigiare in maniera compulsiva sul grande pulsante bianco che avvia il gioco. Sono passate da poco le tre e la sala Vlt del Bingo è già animata. Ci sono almeno una decina di persone. L'anziana che ha cambiato i venti euro si piazza a una delle macchine non in linea: «Quelle grandi mi fanno un po' paura. Non mi piacciono», borbotta. Zoppicando e appoggiandosi a un ombrello l'anziana dilapida i venti euro in meno di dieci minuti. Un euro alla volta, le macchinette si sono mangiate tutto. E sì che una volta l'anziana ha anche vinto. La bocca metallica al centro di una slot sputa due o tre euro. L'anziana li prende quasi con indifferenza e li infila nuovamente nella fenditura. Poi riprende a pigiare sul pulsante. Ma lo schermo non è benigno questo pomeriggio. Banane e pere. La vincita resta un miraggio. Accanto a lei, lo schermo di una slot avverte: «Il valore delle vincite in base alla legge deve essere come minimo il 75 per cento delle giocate, ogni partita deve durare almeno 4 secondi». Le slot machine il loro tempo te lo fanno pagare caro. Inutile che queste macchine cerchino di lavarsi la loro coscienza telematica con un'altra avvertenza: «Credi di avere un problema con il gioco? Fermati e controllati». Le sale gioco della Lottomatica, come il Bingo di via Suffragio, distribuiscono anche un opuscolo dal titolo un po' ipocrita: «Gioca senza esagerare». Figurine simpatiche aggiungono: «Evitare gli eccessi, non perdere la testa, mantenere l'equilibrio». Si fa presto a dirlo, ma gli opuscoli restano sul tavolo all'ingresso. Nessuno dei giocatori li prende. Due cinesi ridono, mentre continuano a infilare le monete. In mezz'ora si saranno giocati cinquanta euro. Davanti a loro altri due immigrati, dell'est, sono più seri, anche loro però continuano a perdere. L'anziana, intanto si è stufata. Ha finito i suoi venti euro e esce. Entrano altri due cinesi e un uomo sulla sessantina che come un automa si dirige verso una Vlt. Intanto il display continua a correre. Uscendo, non si fanno nemmeno dieci metri per poi infilarsi nel Minicasinò accanto. Qui la luce è più alta. La sala della Vlt, però, è più buia, in fondo al grande locale tappezzato di moquettes rossa. Il salone è quasi vuoto. Solo un uomo con una sigaretta appesa a un angolo della bocca che pigia svogliatamente il solito pulsante. Lo schermo però non è benigno neanche con lui. L'uomo neanche impreca quando perde, continua a pescare le monete da un contenitore di plastica e le infila nella macchinetta. Poi spiega: «A queste macchine si possono vincere anche 300 euro. Non di più. Si gioca un euro alla volta. Con il Vlt è diverso». E sì con le macchine in rete le vincite possono essere molto più alte. Dappertutto ci sono cartelli che avvertono di vincite da 500 mila euro in giro per l'Italia. E' il Megajackpot, il montepremi per tutte le macchine in rete. Poi c'è lo jackpot di sala. Le cifre sono più basse, ma sempre rispettabili. Alla Sala Bingo il montepremi è di 35 mila euro. Usciti da via Suffragio basta fare qualche minuto a piedi per raggiungere via Fratelli Fontana. Al posto di un supermercato adesso c'è una sala per slot machines della catena Admiral. Fuori grandi fotografie di uomini sorridenti attorniati da biondone in vestito da sera invogliano a entrare. Sulla porta a vetri. l'orario non lascia dubbi: la sala è aperta dalle 7 alle 2 di notte. Solo cinque ore di pausa. C'è sempre tempo per giocare. Sono le quattro del pomeriggio e già dentro ci sono undici persone. Tutti uomini. Un anziano, un ragazzo e poi un paio di uomini di mezza età. Al bancone non c'è nessuno. Su un angolo la telecamera sorveglia che tutto vada bene.In via Verdi, invece, alla sala da gioco collegata con la Lottomatica c'è più viavai. Molti entrano anche solo per il bar. Cinque o sei cartelli avvertono che in questa sala sono stati fatte buone vincite. La più alta risale ad aprile: 15.785 euro. Poi ce ne sono da 11 mila, 10 mila e 5 mila. Una signora non stacca gli occhi dai cartelli mentre continua a infilare le monetine nella fessura.
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