la storia

Trento, ritrova il portafoglio perso al Mercatino

Al turista veneto in gita in Trentino è stato riconsegnato con soldi e chiavi dal barista della Bottega del Caffè di via Mantova


di Claudio Libera


TRENTO. Bella storia di Natale: protagonisti un turista veneto-argentino, un barista albanese-trentino, una pattuglia della Polizia locale, un pullman che da Levico torna a Trento con un solo passeggero ed un portafoglio marsupio smarrito e ritrovato nel giro di un pomeriggio. Grazie ad uno scontrino fiscale, alla onestà di un esercente, il tutto nel bailamme di un sabato di fiera e di mercatini. All’ombra del castello del Buonconsiglio.

Ad Oderzo, la parrocchia di San Vincenzo de Paoli aveva organizzato una gita per visitare i mercatini di Natale a Trento e Levico Terme. Dopo una sfacchinata in città “in mezzo alla pazza folla”, la visita al Giardino incantato del Buonconsiglio e verso le 16 il pullman fa rotta alla volta della Valsugana. Giunto nei pressi della città termale, Mariano Leonardo Minervino, chiare origini argentine per il doppio nome di battesimo – ma nonno calabrese, nonna piemontese, vissuto 10 anni a Buenos Aires, da 26 tornato ad Oderzo, impiegato in una ditta che costruisce mobili per cucine in quel di Fontanefredde di Pordenone - si accorge di non avere più il capiente portafoglio, quasi un marsupio, a sua volta contenuto in uno zaino. Panico, che contagia la moglie Paola ed un po’ anche i figli Nicolas di 6 anni e Matthias di 3. Unico indizio per chiedere aiuto in un posto sicuramente visitato a Trento, lo scontrino della Bottega del Caffè Dersut di via Mantova 39.

Un colpo di telefono e la bella notizia: «Abbiamo ritrovato il portafoglio, consegnato 10 minuti fa ad una pattuglia della Polizia Locale che a sua volta lo ha affidato al responsabile del servizio di vigilanza in fiera». Sospiro di sollievo da parte del signor Minervino, al quale Alfred Bahaj, titolare con la moglie Lina della Bottega, aveva fornito il numero del Comando della Polizia Locale. Altra telefonata e la conferma, dopo le necessarie verifiche, che il portafoglio è stato ritrovato ma che la pattuglia sarebbe rientrata solo a termine turno.

«Impossibile – ha aggiunto il turista di Oderzo – il pullman deve riaccompagnare 50 persone in Veneto». Detto fatto, si concorda un appuntamento e mentre il resto della compagnia, compresa la sua famiglia, passeggia per il Parco Secolare degli Asburgo, l’autista e Mariano Leonardo fanno ritorno in pullman a Trento ed attendono nel parcheggio di via Maccani. La solerte vigilessa in servizio di piantone, chiama “India” come accade in questi casi e dopo nemmeno 10 minuti la pattuglia rientra al Comando. Breve verifica e tutto risulta essere al suo posto: carta d’identità, passaporto, bancomat, tessere varie, chiavi della macchina e quasi 1.000 euro in contanti. Tutto tornato a breve giro di strette di mano in possesso del legittimo proprietario e quindi il ritorno a Levico e ad Oderzo.

Una volta a casa, non sapendo come sdebitarsi, Mariano Leonardo Minervino ha scritto una mail al giornale chiedendo alla redazione di farsi interprete del suo stato d’animo e dell’infinito senso di gratitudine nei confronti dell’esercente, dei vigili urbani e della città, anche alla luce di quanto letto in merito ai furti che purtroppo si susseguono ai mercatini.

La Bottega del Caffè di via Mantova 39, sede del “piccolo miracolo di Natale”, è gestita da due anni e mezzo, da Alfred Bahaj, con la moglie Lina, albanesi, che hanno due figli, Ariola 14 anni e Marlind di 10, cui si aggiungono 4 dipendenti.

«Sono un ragazzo albanese, una trentina e una coppia moldava – dice Alfred – ma sono sicuro che chiunque di loro avesse rinvenuto il portafoglio avrebbe agito come è stato fatto sabato scorso». L’oggetto è stato rinvenuto su un tavolino nella ressa della fiera da un cliente abituale che ha consegnato al titolare che a sua volta ha messo in moto il meccanismo di solidale partecipazione che ha permesso ad turista veneto di rientrare in possesso dell’oggetto del desiderio smarrito, alla Polizia Locale di compiere un gesto che è stato ritenuto al di sopra del dovere, dal momento che la pattuglia ha effettuato un rientro non previsto ed al gestore della Bottega del caffè di via Mantova 39 di poter raccontare un fatto bello: «Mi sono messo nei panni della persona che aveva perso soprattutto i documenti, pensando anche alle chiavi della macchina ed alla possibilità che una famiglia rimanesse a piedi da qualche parte. Ho persino fatto una ricerca su Facebook ma il viso che mi appariva non corrispondeva a quello del signore ritratto sui documenti! Per fortuna tutto si è risolto nel migliore dei modi. Ed ora attendiamo una visita serena della famiglia Minervino. A Trento succede pure questo, nonostante la ressa, la fretta, l’ingordigia e l’indifferenza, nemiche della convivenza. Ma questa volta è andata in modo diverso e tutti ne hanno tratto beneficio».













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