Trento, patenti «facili»: patteggiamenti pesanti
Una quarantina gli indagati nell’operazione “Spy Drive”della Polizia Stradale di Trento
TRENTO. «Come mai tanti stranieri scelgono la Motorizzazione di Trento per affrontare l’esame di teoria per la patente B?» Da questa semplice domanda ha preso il via l’operazione “Spy Drive”della Polizia Stradale di Trento che ha portato all’esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e a 8 provvedimenti di obbligo di dimora e in tutti gli indagati sono una quarantina.
Un’indagine lunga e meticolosa che ha portato alle prime pene pesanti che sono state comunque «mitigate» dal patteggiamento. La condanna più dura è stata a 3 anni e 9 mesi mentre chi si è dimostrato disponibile a risarcire (una cifra di quasi 8 mila euro che è andata a favore dell’associazione amici della polizia stradale) ha trovato l’accordo sui 3 anni. Questo per i tre pachistani considerati i «capi» dell’associazione. Pene più lievi per chi aveva una posizione meno apicale mentre una decina di indagati ha scelto la via del giudizio abbreviato e per gli altri si andrà a dibattimento.
Ma quale è il reato che viene contestato? Gli investigatori hanno appurato che i candidati, reclutati da loro connazionali, affrontavano l’esame muniti di un minuscolo auricolare e di una microtelecamera che, nascosta come un bottone della camicia, leggeva le domande che apparivano sul computer. Conosciuta la domanda, un operatore della stessa nazionalità del candidato forniva la risposta esatta attraverso un cellulare collegato all’auricolare di chi stava affrontando l’esame.
A procurare il materiale elettronico era un egiziano dalla provincia di Bergamo, e pachistani, residenti nelle province di Ravenna, Carpi e Brescia, i vertici dell'organizzazione, finiti in carcere con l'accusa di associazione a delinquere e falsità ideologica di certificati o in autorizzazioni amministrative. Il costo per passare l’esame? Dai 1.500 ai 4 mila euro.